NA - Notizie AvventisteVincenzo Annunziata – Oggi il web è frequentato da tutti, giovani e meno giovani. Ma sono le nuove generazioni che devono comprendere la pericolosità di internet. Sono loro che lo usano e lo useranno sempre di più nel futuro e devono avere la consapevolezza dei rischi che questo nuovo strumento tecnologico comporta.

La conoscenza porta a una giusta consapevolezza e le istituzioni, come la scuola, dovrebbero dare gli elementi necessari per orientare i ragazzi a farne un uso responsabile.

Le autorità preposte devono lavorare per rendere sicura la rete che ormai è diventata uno strumento per le nostre attività quotidiane, siano esse lavorative e di svago.

I ragazzi sono senz’altro quelli che usufruiscono maggiormente dei servizi offerti; basti pensare all’esplosione degli smartphone collegati a internet usati per chattare, scambiare informazioni, essere presenti su Facebook e condividere con gli amici i propri sentimenti e pensieri legati alle situazioni che si vivono anche per strada.

Queste, oggi, sono le nuove frontiere della comunicazione cui i nostri ragazzi sono chiamati a partecipare e, quindi, abbiamo bisogno di far capire loro i pericoli che si possono nascondere.

Qualche numero dell’indagine Ipsos realizzata in questi giorni.

Sette adolescenti su 10 (il 72 per cento dei ragazzi che navigano sul web) ritengono che il cyber bullismo sia la più temibile tra le minacce, più della droga e delle molestie fisiche.

I cyber bulli (61 per cento) preferiscono i social network (facebook) per lanciare i loro attacchi.

I coetanei presi di mira sono quelli percepiti come “diversi” per aspetto fisico (67 per cento), orientamento sessuale (56 per cento), perché stranieri (43 per cento), con effetti abbastanza seri: perdita della volontà di aggregazione (65 per cento), depressione (57 per cento) e diminuzione del rendimento scolastico (38 per cento).

La Polizia Postale sottolinea: “I ragazzi devono avere innanzitutto più rispetto per se stessi e capire che la rete non è un mondo senza leggi”. E aggiunge: “I giovani sono più consapevoli, ma diminuisce il controllo perché ormai si naviga sempre e dovunque».

Nel 2012, sono state 78 le persone arrestate per pedofilia online, 335 le denunce presentate, 30.204 i siti monitorati, 412 le perquisizioni e 461 i siti web pedopornografici inseriti nella “black list”.

Dobbiamo sapere che il web è un moltiplicatore eccezionale, nel bene e nel male, e questo ovviamente comporta l’amplificazione a dismisura dei problemi.

Comunque esistono programmi per il controllo dei contenuti provenienti dalla rete. Hanno il nome di “parental control” e possono essere trovati tramite i motori di ricerca.

Qualsiasi gioco commercializzato in Europa, per legge, deve essere accompagnato dalla certificazione Pegi (Pan-European Game Information – Informazioni paneuropee sui giochi), un sistema per classificare i giochi in base all’età dei bambini.

Il Controllo genitori di Windows 7 consente anche di controllare l’utilizzo dei giochi in base ad una classificazione. Questi sistemi di classificazione sono strumenti che definiscono la categoria di appartenenza di un videogame e sono tutti utili. Da tale pagina, infatti, si può scegliere liberamente quello che si considera più valido per i propri figli. Ed è solo un esempio.

Safer Internet è il principale piano di intervento della Commissione europea in materia di nuovi media e tutela dei minori. Questo network ha lo scopo di agevolare lo scambio di buone prassi tra i diversi membri e di offrire occasioni di formazione in linea con la continua evoluzione di internet e cellulari, smartphone e tablet.

Dal 2004 l’Italia è membro di Insafe con il progetto Easy. Il sito web di riferimento per il network è www.saferinternet.org, piattaforma multimediale e fortemente interattiva, attraverso cui scoprire i progetti e le attività svolte in tutta Europa dedicati all’utilizzo sicuro e responsabile di internet e delle nuove tecnologie da parte dei più giovani.

Ma non dimentichiamo che anche gli adulti devono porre molta attenzione alla rete.

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