Logo FDEINotizie Avventiste – Dedicare un momento di sabato 9 e di domenica 10 marzo, giornate in cui si svolgono i servizi religiosi, “per riflettere sulla condizione della donna a partire dalla famiglia, senza scordare il mondo del lavoro, la società e la politica”. È la proposta della Federazione delle donne evangeliche in Italia (Fdei) alle chiese e ai gruppi femminili evangelici per la festa della donna.

La Fdei accoglie positivamente l’aumento della presenza femminile in Parlamento dopo le ultime elezioni politiche “dai risultati complessi” ed esprime la speranza che le deputate e le senatrici elette “possano portare concretamente avanti politiche che non dimentichino le donne”.

Parlando della questione della violenza di genere, , il comunicato stampa inviato dalla presidente Fdei, Gianna Urizio, afferma: “Ha scritto una donna evangelica: ‘Vorrei svegliarmi e non sentire le tanti voci che parlano di violenza sulle donne. Ma la realtà è cruda e dobbiamo ogni volta raccogliere i cocci e riprovare a ricostruire’. Ecco, l’invito che la Fdei rivolge alle chiese evangeliche è di impegnarsi per ‘riprovare a ricostruire’ una relazione diversa tra donne e uomini, che da un lato costruisca una reale parità e dall’altro valorizzi i doni e le diversità di ciascuno e ciascuna.

È indubbio che a partire dalla seconda metà del secolo scorso, le donne hanno percorso un lungo tratto del cammino verso la parità. Normalmente in occasione dell’8 marzo se ne esaltano le conquiste, ma bisogna anche restare vigili e seguitare a lavorare con tenacia perché il cambiamento sia profondo, duraturo e irreversibile. Soprattutto in un periodo in cui il femminicidio è in aumento, non solo in Italia. Non a caso le Nazioni Unite hanno consacrato l’8 marzo 2013 a realizzare una promessa: agire per mettere fine alla violenza contro le donne.

Tutte e tutti dobbiamo impegnarci in questo: infatti la violenza domestica (e non solo il femminicidio) è la punta dell’iceberg di una relazione tra donne e uomini ineguale che va ripensata e modificata. Serve un cambiamento culturale profondo nel concepire le relazioni tra i generi. Ed è su questo piano che la Fdei ritiene che le chiese evangeliche possano intervenire, portando anche un contributo per disvelare i retaggi religiosi ed affettivi che le mantengono e rafforzano. E con questa fiducia che come Fdei ci sentiamo di rivolgerci alle donne e agli uomini delle nostre chiese affinché si sentano sfidate e sfidati a cominciare dalle loro famiglie, dalle chiese e poi nella società (senza dimenticare anche le donne immigrate), a riaprire il dibattito sulla questione femminile, fare un bilancio di dove siamo e di dove vogliamo andare”.

Una sfida da iniziare l’8 marzo e da continuare nel tempo.

 

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