Un fine settimana di incontri ha ripercorso il cammino di cura e accoglienza dell’Ospedale evangelico Betania di Napoli. Fondata dalle chiese protestanti, la struttura sorge in una zona difficile della città.

Veronica Addazio – “Felice l’uomo che ha cura dei deboli” (Sl 41:1). Un versetto che ha ispirato sin dalla sua fondazione l’attività di cura e accoglienza, la vocazione alla solidarietà e all’inclusione dell’Ospedale evangelico Betania di Napoli.

“Cinquant’anni a braccia aperte” è stato il tema guida dell’evento organizzato dalla Fondazione Evangelica Betania dal 19 al 21 ottobre, per celebrare il mezzo secolo di presenza della struttura sanitaria. Il convegno internazionale sui rapporti tra sanità e solidarietà, è stato aperto dal presidente della Camera dei Deputati, Roberto Fico. “Gli ospedali e la sanità sono un vero pilastro della nostra democrazia, un luogo che deve accogliere tutti e la sanità una prestazione universale per chiunque”, ha detto il presidente Fico ai nostri microfoni.

Ascolta l’intervista a Roberto Fico.

 

La volontà di creare un luogo che provvedesse alla salute delle persone più bisognose nasce nella periferia partenopea del dopoguerra, grazie all’intuizione illuminata del medico evangelico metodista Teofilo Santi. Il dottore di Portici, che di Villa Betania divenne poi anche direttore e presidente, prestava cure gratuite nelle grotte di Capodimonte; lì vivevano in condizioni drammatiche gli sfollati, in prevalenza donne e bambini. Il dottor Santi scelse come sede della sua opera il quartiere di Ponticelli che in quegli anni, tra il ’50 e il ’60, era l’area più in difficoltà della periferia napoletana e ancora oggi sconta problemi di carattere sociale.

La missione dell’Ospedale Betania è rimasta la stessa, nel 1968 come oggi. Cinquant’anni sono trascorsi da quella straordinaria azione di inclusione e di sostegno rivolta a tutti i sofferenti, senza distinzione di censo, senza escludere alcuno. Allo spirito solidale e cristiano di fondo, si sono aggiunti i benefici dell’innovazione scientifica, della formazione e dell’efficacia delle cure, con al centro il paziente, la persona nella sua completezza.

Frutto del sostegno delle chiese protestanti napoletane (apostolica, avventista, battista, Esercito della Salvezza, luterana, metodista e valdese), l’istituzione evangelica porta il nome del paese della Giudea, Betania, dove visse Lazzaro duemila anni fa; un luogo simbolo della salute e della vita ritrovate, e anche dell’accoglienza, in ebraico infatti beth significa casa.

La giornata del 20 ottobre ha visto la partecipazione di esperti italiani e internazionali del mondo accademico e sanitario. La tavola rotonda si è interrogata su questioni cruciali per le strutture ospedaliere che operano in accordo con la vocazione evangelica. Il titolo della sessione è stato: “Quale Solidarietà, oggi, degli Ospedali ispirati dalla Fede? Confronto internazionale tra ‘faith inspired hospitals’”.

“I 50 anni dell’Ospedale sono una dimostrazione concreta che si può fare sanità solidale e sostenibile al tempo stesso”, ha affermato il presidente della Fondazione Evangelica Betania e dell’Ospedale, Luciano Cirica. “Cinquant’anni fa, oltre al nostro ospedale” ha aggiunto “vide anche la luce la legge n.132 del 12 febbraio 1968, che riordinò l’intero sistema ospedaliero italiano, dando inizio alla lunga stagione delle riforme sanitarie culminata nel 1978 con l’istituzione del Servizio Sanitario Nazionale, gratuito e universale, a cui seguirono le ormai leggi di riforma del 1992/93 e del 1999”.

Ascolta l’intervista a Luciano Cirica.

 

All’incontro, la troupe di Hope Media Italia ha raccolto anche la riflessione di Gioele Murittu, tesoriere dell’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno. “L’ospedale Betania ha cercato da sempre di dare centralità alla persona. La Chiesa avventista è attenta dalla sua nascita ai temi della salute e credo che l’importanza di essere qui oggi, come una delle chiese evangeliche fondatrici di questa istituzione rappresenti l’importanza di fare rete e di trasmettere il messaggio e l’esempio che Cristo ci ha lasciato”.

Ascolta l’intervista a Gioele Murittu.

 

Uno dei temi caldi dell’agenda della giornata è stato: “Quale sostenibilità, oggi, degli Ospedali e della Sanità? Confronto tra diverse risposte e politiche possibili”. Quali sfide attendono, dunque, il sistema sanitario nel prossimo futuro? Sarà plausibile una conciliazione tra le necessità dell’efficienza economica e dei bisogni delle persone, alla luce dell’inclusione sociale? Interessante a questo proposito l’intervento di Americo Cicchetti, professore ordinario di organizzazione aziendale e docente di gestione del personale presso la facoltà di economia dell’Università Cattolica del Sacro Cuore.

Hope Media Italia ha intervistato, tra gli altri relatori, Arnaldo Pangrazzi, professore straordinario e docente di pastorale sanitaria; Ermanno Genre, professore emerito della Facoltà valdese di teologia di Roma; Paolo Naso, docente di scienza politica all’Università Sapienza di Roma.

Video interviste sull’evento a partire da 1m 45s del Video Giornale Avventista qui sotto riportato.

[Foto: Hope Media Italia]

 

 

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