Anche nel corso di quest’ultima estate rovente, il sodalizio “gioventu’ avventista” e “Adra Italia” (l’agenzia umanitaria avventista) ha prodotto una proficua sinergia. Trentacinque volontari si sono dati appuntamento in Sicilia per vivere nuovamente una vacanza speciale, fatta di mare, momenti di riflessione e di attivita’ destinate agli “ultimi”. La provenienza dei ragazzi va ben oltre il tricolore. Hanno dai 22 ai 43 anni, e la foto rituale della formazione al completo, ritrae visi di nazionalita’ serba, austriaca e honduregna, che si aggiungono a giovani arrivati da varie città del nostro Bel Paese. Soggiorniamo presso il “Camping degli Ulivi” di Sferracavallo, quartiere ittico di Palermo. (…) Il nostro microcosmo di ragazzi intraprendenti ma palesemente scollati da una realtà cosi’ complicata, incontra facce segnate da cicatrici profonde, della pelle e dell’anima, e in maniera antitetica, manine bicolore pronte a brandire una palla. Sono i profughi nei quali ci siamo imbattuti durante l’attività solidale. Superstiti, in seno ad una umanita’ sempre in balia del pericolo, troppo spesso vittima senza appello delle maree, che sommergono uomini in felpe sudice e bimbi in tutine pastello. (…)

Il pomeriggio di Sabato 20 agosto e’ uno dei più afosi, ma la canicola non e’ un deterrente efficace. Saliamo ugualmente a bordo dei nostri mezzi e raggiungiamo Corso Umberto 220, a Cinisi. Un indirizzo ridondante, poiché ad aspettarci c’e’ il Dottor Giovanni Impastato, fratello minore del piu’ tristemente noto Peppino. Giuseppe Impastato era un giornalista. E’ stato ucciso quasi 40 anni fa da Cosa Nostra. La sua famiglia d’origine era affiliata alla criminalita’ organizzata del posto. Tuttavia, questo ragazzo esemplare si e’ da sempre smarcato dagli agi familiari, per crearsi un humus di trasparenza attorno al proprio contesto abitativo. Tra le innumerevoli iniziative, nel 1977 realizza Radio Aut, emittente locale che denuncia l’opacita’ di alcuni nomi “intoccabili”, servendosi della satira e della controinformazione libera dai condizionamenti dei partiti. Viene assassinato il 9 maggio 1978, il suo corpo e’ dilaniato da una scarica di tritolo posta sulla linea ferrata Palermo-Trapani. Una evidente messa in scena, per depistare l’opinione pubblica e incanalarla verso la tesi del suicidio.

Giovanni e’ oggi un uomo di 62 anni, ancora provato dal lutto. Ci accoglie in questa casa a due piani diventata “Casa Memoria Impastato”, un museo dove gli arredi, la chitarra accanto al letto e i dischi di Fabrizio De Andre’, ci parlano ancora di un trentenne libero che odiava il sistema clientelare. Il murales dell’atrio ritrae invece Felicia Bartolotta, l’anziana madre, impegnata sino alla fine dei suoi giorni a smascherare i responsabili della morte del figlio. Facciamo ingresso nel corridoio principale, e inauguriamo l’incontro con grande pathos emotivo. Dice Giovanni ai microfoni dei nostri smartphone: “Vi ringrazio per essere venuti. Queste visite rappresentano per noi degli attestati di solidarieta’ che ci spingono ad andare avanti e a conservare una memoria storica. Questa casa e’ visitata ogni anno da migliaia di persone provenienti da tutto il mondo, non solo per la figura di mio fratello, ma in nome di un futuro che deve essere ancorato agli avvenimenti passati. Mio fratello e’ stato un elemento originale del movimento antimafia. Non era un poliziotto, ne’ un carabiniere, ne’ un magistrato. Era un uomo libero, addirittura figlio di un mafioso…”.

Percorriamo poi l’itinerario ben rivangato dalla pellicola del 2000 “I cento passi”, del regista Marco Tullio Giordana. Il titolo allude alla distanza che separa Casa Impastato, da quella del mandante dell’omicidio di Peppino, Gaetano “Tano” Badalamenti. Una tappa dal valore sinistramente evocativo, divenuta, con grande sollievo, bene confiscato alla mafia e sede di Radio Cento Passi, emittente in forza a Cinisi, che programma musica alternativa e dibattiti di alto spessore critico e civile (da un articolo di Ismaele Di Maggio dal titolo Voglia d’amare – Palermo 2016).

In questo numero di “A tu per tu” vi proponiamo un estratto del discorso che Giovanni Impastato ha rivolto ai giovani avventisti il 20 agosto 2016, con una introduzione a cura di Ismaele Di Maggio.

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