La comunità avventista della città, tra attività per i senzatetto, visite alle case protette e condivisione del vangelo.

Lina Ferrara – La comunità avventista multietnica di Modena è una bella realtà. Presente sul territorio da oltre un decennio, è abituata a pensare la diversità etnica e culturale come una ricchezza. “È un gruppo inclusivo, accogliente, aperto alla collettività” spiega il past. Daniele La Mantia “E dove sono presenti almeno una dozzina di nazionalità diverse”.

Aiutare i senza fissa dimora, nei pressi della stazione, è una delle iniziative di solidarietà portare avanti negli anni. “Sabato 4 gennaio, Dopo aver raccolto coperte e vestiti pesanti da poter donare ai senzatetto e a chi ha bisogno, abbiamo effettuato la distribuzione raggiungendo le persone là dove vivono e testimoniando l’amore di Dio concretamente” racconta Marta Fryc, della comunità avventista multietnica di Modena.
“È stata la seconda distribuzione di vestiario invernale” aggiunge “Con queste iniziative vogliamo essere presenti in modo concreto tra le persone meno fortunate”. Piatti pronti e bevande calde fanno parte della distribuzione a quanti vivono per strada.

In questa comunità, dove l’integrazione è di casa, è dato spazio alla cura dei più piccoli; ci sono numerosi bambini e ragazzi, dai 2 ai 13 anni, ed è stato attivato un gruppo scout Aisa (Associazione Italiana Scout Avventista) che svolge i suoi programmi e partecipa ai progetti comunitari.

A dicembre 2019, hanno visitato due strutture protette, una a Modena e una a Ravarino. “Abbiamo portato un messaggio di speranza, con musica e canti, e ricevuto dagli ospiti una bellissima accoglienza. Queste visite sono diventate un appuntamento fisso” afferma Marta Fryc che aggiunge “Per concludere le attività prima delle festività, siamo anche andati in una casa famiglia che accoglie le mamme in difficoltà e i loro figli. Abbiamo portato tanti giochi per i bimbi e la merenda per tutti. È stato un momento ‘dolcissimo’ e indimenticabile”.

Sicuramente, anche in questa comunità non mancheranno i problemi, i pregi e i difetti propri dell’essere umano, ma sembra che vi sia la tendenza ad accettarsi reciprocamente per quello che si è, e a confrontarsi con la figura di Gesù per poter crescere spiritualmente. Si crea così un buon clima che si traduce in un aumento numerico.

“La comunità cresce, e proprio a fine gennaio ci sono stati gli ultimi cinque battesimi” chiosa il past. La Mantia “E questo succede perché tutti sono attivi non solo all’interno del gruppo [nei servizi religiosi], ma anche all’esterno con attività sociali e di testimonianza, svolte spesso insieme alla comunità gemella ghanese. Molte delle persone che vengono ci hanno conosciuto grazie a queste iniziative”.

Il pastore ha stabilito e cura i rapporti con il sindaco e le istituzioni cittadine. “Il locale dove ci riuniamo è stato messo a disposizione della chiesa metodista di Modena dal Comune. La comunità avventista lo usa il sabato mattina, ma ormai è diventato stretto per le nostre esigenze” spiega il past. La Mantia “Ci possono stare comodamente 25 persone, ma siamo di più (mediamente una quarantina) e la situazione è difficile. Stiamo cercando una soluzione”.

[Foto: Javier Carrasco. Foto di apertura: archivio NA]

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