La decisione arriva dopo 6 anni dalle prime richieste della Chiesa cristiana avventista e della Chiesa luterana al sindaco del Comune capitolino per dedicare una via al padre della Riforma protestante.
Dora Bognandi – Presto Roma avrà una piazza intitolata a “Martin Lutero – teologo tedesco (1483-1546)”. Dopo secoli di forti ostilità fra cattolici e protestanti, iniziate con l’affissione delle famose 95 Tesi, il 31 ottobre 1517, sul portale della chiesa del castello di Wittenberg, la capitale d’Italia che ospita la Città del Vaticano arriva a prendere una decisione storica. Con il passare del tempo, le ostilità fra cristiani nel XX secolo si sono trasformate in prove di dialogo sempre più intense anche a Roma tanto che, in un clima molto cordiale, il 13 marzo 2015 è arrivata la delibera definitiva della Giunta capitolina che destina un luogo importante della città al monaco agostiniano tedesco.
La decisione arriva dopo 6 anni dalle prime richieste della Chiesa cristiana avventista del settimo giorno e della Chiesa luterana che, nel 2009, indipendentemente l’una dall’altra e senza essersi consultate fra di loro, presentarono un’istanza al sindaco del comune di Roma per intitolare una via a Martin Lutero. La richiesta fu valutata dalla Commissione della Toponomastica che, il 7 giugno del 2010, espresse parere favorevole.
Sempre nel 2010, si organizza la Consulta delle chiese evangeliche di Roma alla quale partecipano valdesi, metodisti, avventisti, luterani, battisti, salutisti. La Consulta, proprio per ricordare la venuta nella capitale del monaco agostiniano, tappa particolarmente importante nel suo cammino di fede, con il sostegno dell’allora consigliere Paolo Masini, organizza nella sala della Protomoteca del Comune di Roma una giornata di studi su Martin Lutero. Vi partecipano alcune classi di licei romani e un folto pubblico.
In quell’occasione, la Consulta, facendo propria la richiesta inoltrata alcuni anni prima dalle due chiese, manda un sollecito al sindaco affinché si dia esecuzione alla delibera della Toponomastica. Contemporaneamente incarica alcuni suoi membri di seguire con particolare attenzione la pratica: Annemarie Dupré, coordinatrice della Consulta, Dora Bognandi, vice coordinatrice, Jens-Martin Kruse, tesoriere, Carlo Giliberti, membro della Consulta. A più riprese tale Commissione sollecita gli esponenti del Comune a concretizzare la richiesta ormai divenuta causa comune del mondo evangelico.
Il nuovo sindaco Ignazio Marino accoglie subito la richiesta e promette apertamente, nel 2014, durante le celebrazioni per il centenario della chiesa valdese di Roma, che si sarebbe arrivati presto a una conclusione della pratica. C’è stato un certo fermento per individuare l’area urbana da attribuire al monaco tedesco: non doveva essere troppo periferica, proprio per riconoscere il ruolo importante che egli ha storicamente svolto, introducendo in qualche modo l’Europa nella modernità e dando un fondamentale contributo dal punto di vista spirituale e culturale.
Il luogo è stato individuato nel centrale Rione Monti, Municipio 1, Colle Oppio, accanto al Colosseo, lungo il viale Fortunato Mizzi. È una bella piazza con una fontana centrale dove gli evangelici si sentiranno a casa quando andranno a visitarla o anche quando organizzeranno occasioni di testimonianza pubblica.
Ritengo che l’iniziativa romana sia degna di essere ripetuta anche in tante altre città italiane in vista del 500° anniversario della Riforma protestante che tutti ricorderemo proprio fra due anni, nel 2017. Per raggiungere tale scopo, auspico una collaborazione fra tutte le comunità evangeliche che si riconoscono nella Riforma.