In questa conversazione registrata nella sede fiorentina dell’Associazione Nazionale Combattenti della Guerra di Liberazione, inquadrati nei reparti regolari delle forze armate, Roberto Vacca intervista il generale Bruno Loi, autore del recente saggio autobiografico "Al servizio della Patria", ed. Artestampa. Nell’introduzione che troviamo nei sitl web in cui è possibile acquistare il libro, si legge: è uno uno sguardo retrospettivo ai successi e alle "sconfitte" della vita di un servitore dello Stato in uniforme, il generale Bruno Loi, che ha profuso, durante i 44 anni di servizio nell’esercito, ogni sua risorsa morale, intellettuale e fisica. Ha amato la responsabilità e la libertà di decidere, stimolandole sempre anche nei subordinati. Non nasconde l’amarezza per l’atteggiamento spesso distratto che la società ha nei confronti dei suoi soldati, ricordandosi di loro solo quando si verificano situazioni di pericolo o di necessità. Ai giovani che si affacciano alla vita, l’autore offre una appassionata informazione sulla "condizione militare", con un chiaro invito ad approfondirne la valenza etica. 

Poco prima della presentazione del libro presso la sede del Consiglio regionale toscano, abbiamo chiesto al generale Loi un parere sull’etica cristiana in rapporto al delicatissimo servizio (diaconia?) offerto dallo Stato attraverso i vari corpi del servizio armato. Che valore hanno virtù tipicamente spirituali come prudenza, giustizia, fortezza e temperanza? Come conciliare il principio dell’autorità con lo spirito di corpo? E’ possibile l’empatia quando si esercita la responsabilità del comando? Come ci si confronta con gli inevitabili momenti di stress, di lutto, ma anche di delusione e di critica? E infine, per un credente che si attiene alle parole di Gesù: "date a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio", fin dove si può spingere "Cesare" con le sue richieste alla coscienza?

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