Speciale POESIA è una nuova rubrica radiofonica a cura di Giovanni Varrasi, medico psichiatra e poeta, con la partecipazione di Claudio Coppini, nella veste di conduttore, e di Roberto Vacca, che legge i testi scelti di volta in volta.
Un viaggio nella storia della poesia e dello sguardo poetico attraverso i secoli, fino alla nostra attualità, lasciando l’ultima parte del programma aperta ai radio ascoltatori che vorranno mettersi in gioco inviando alla redazione dei propri componomenti poetici.
Potete inviare le vostre poesia a firenze@radiovocedellasperanza.it

La prima puntata contiene tre poesie dell’antica Grecia, scritte intorno al 600 a.C.
I tre poeti scelti sono Solone, Saffo, Aristotele.
Solone è un generale, un politico, ma sorprendentemente anche un poeta.
Ci mette in guardia da disgrazie politiche, che noi stessi con la nostra noncuranza o per il nostro cinismo abbiamo concorso a determinare.
Saffo si distingue per la passione dei suoi versi sull’amore.
Aristotele, uno dei pilastri della filosofia occidentale, ci parla in versi dell’amore per la virtù .
Politica, amore, virtù, un terzetto di valori di sempre, di ogni tempo.
Varrasi presenta una sua poesia sulla nascita del mondo: la natura selvaggia, ribollente, gli animali, incerti, timorosi, la luce che illumina ogni chiaroscuro, il senso delle cose, incerto e sicuro e poi un sorriso che è un vento, uno spirito, che è intenso, luminoso, poetico.

Qui i testi delle poesie:

Solone
Legislatore, giurista, generale e politico, di nobile famiglia. 638-558 a.C., Atene.

Poesia sulla politica

Se a mali orrendi vittime voi siete
la cagione agli Dei non se ne dia,
che voi prosperar feste gli oppressori
doni inviando lor,
con che il nefando servaggio v’apparaste.

Ognuno di voi sui passi incede della volpe,
ognuno animo ha molle tra di voi.

Guardate dell’uomo la lingua
e le parole scaltre
e all’opera da far niuno rimira.

*. *. *. *. *. *. *

Saffo
Di famiglia aristocratica. Insegnante. In esilio a Siracusa o Akragas.
Apprezzata da contemporanei e successori, ancora oggi dopo più di duemila e cinquecento anni. Cantrice dell’amore difficile, appassionato.
630-570 Lesbo, isola del mar Egeo.

La sua poesia

Tramontan luna e plejadi,
è mezzanotte.
Vola l’ora precipitevole
e io qui dormo sola.

Come una dolce mela si fa rossa
in cima al ramo, alta sul più alto,
e raccoglierla obliaro…
anzi di ascender su non ebber possa…

*. *. *. *. *. *. *

Aristotele
Filosofo, scienziato, logico. Allievo di Platone.
Insieme a Socrate è uno dei padri del pensiero filosofico occidentale.
384 Stagira, 322 Calcide

La poesia scelta è sulla virtù

E per te, assiduo, l’uomo si affaccenda,
se di te fervido l’amor lo renda.
Immarcescibile frutto gli dai
dell’oro fulgido più caro assai.

Nè chi dà il vivere, nè il dolce sonno,
di te più amabili
esser non ponno.

Il mondo nasce

Un drago d’acqua, verde giungla, fosforescente, a scaglie,
si muove a scatti nella sua foresta, ziss, traesh.
Dalla intatta terra madre denso inestricabile fogliame,
lave ancora fumanti, un cielo senza limiti, infinito.
I suoi occhi saltano, chiedono, incessantemente.

La luce è lama splendente, energia che brilla,
promessa del creatore, feconda scintilla.
Distingue i particolari, i dettagli,
impavida, sicura di sè.
Non ha riguardo, si addentra nelle ombreggiature, ha cuore,
libera, non chiede permessi al Signore.

Il significato nascente è impercettibile, prudente, incerto e sicuro
come il ramarro e la luce, cauto, penetrante, leggero.
Terra e cielo si guardano per la prima volta.

La volontà umana, la paura, fissano sbigottite lo spettacolo,
bramano cibo, controllo, un ricettacolo.
Abissi di silenzio e tuoni terrestri ingoiano
affamati, potenti, ogni facile sicurezza.

A cavallo di cirri impalpabili,
dalle scure massicce cime dei monti verso i campi sterminati,
un sorriso intenso luminoso, poetico,
esordisce nel palcoscenico dei significati.

*. *. *

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