NA - Notizie AvventisteFrancesco Zenzale – La nuova Gerusalemme contiene anche l’idea dell’affermazione del valore della vita: piena, intensa e sana. Il paesaggio del giardino dell’Eden è qui richiamato alla memoria (cfr. Gn 2 e 3) con la sua natura florida e generosa, le sue acque limpide e soprattutto, facendo eco alle lettere indirizzate alle sette chiese, il suo “albero della vita”, con foglie e frutti (2:7). “Poi, mi mostrò il fiume dell’acqua della vita, limpido come il cristallo, che scaturiva dal trono di Dio e dell’Agnello. In mezzo alla piazza della città e sulle due rive del fiume, stava l’albero della vita. Esso dà dodici raccolti all’anno, porta il suo frutto ogni mese e le foglie dell’albero sono per la guarigione delle nazioni» (Ap 22:1,2).

Nella visione della nuova Gerusalemme, il profeta Ezechiele aveva egli stesso evocato questo giardino, con i suoi fiumi e i suoi alberi miracolosi. “Presso il torrente, sulle sue rive, da un lato e dall’altro, crescerà ogni specie d’alberi fruttiferi le cui foglie non appassiranno e il cui frutto non verrà mai meno; ogni mese faranno frutti nuovi, perché quelle acque escono dal santuario; quel loro frutto servirà da cibo, e quelle loro foglie di medicamento» (Ez 47:12).

Il simbolo dell’albero, che attraversa la Bibbia (Sal1:3; Is 65:22; Lv 26:4; Gdc 9:8-13), e si ritrova a diversi gradi in una moltitudine di antiche civiltà, porta, innegabilmente, lo stesso messaggio di vita. A partire dal giardino dell’Eden, l’albero è sempre associato alla vita. È grazie ai suoi frutti che l’uomo e la donna vivevano; mentre la morte li minaccerà dal momento in cui l’accesso all’albero verrà interdetto (Gn 3:22).

Scrive il prof. R. Badenas: “È stato notato che la parola usata in Apocalisse 22:2 per ‘albero’ è xulon, ‘legno’, e non l’usuale parola che si trova nel Nuovo Testamento, dendron (albero) e che si legge anche in Apocalisse (7:1,3; 8:7; 9:4). Ora xulon, che usualmente significa ‘legno’ (Ap 18:12,13), è sovente utilizzato nel Nuovo Testamento per la croce (At 5:30; 10:39; 13:29; Gal 3:13; 1 Pt 2:24) e, sempre in Apocalisse, per ‘l’albero della vita’ (Ap 2:7; 22:2,14,19). Se questa è un’allusione alla croce, ‘l’albero della vita’ sarebbe una delle più magnifiche immagini per l’evangelo: l’albero sarebbe il perfetto ricordo che la vita dei riscattati è solo possibile tramite la redenzione del sacrificio di Gesù”.

Scrive E. G. White: “Il nostro Redentore porterà per sempre su di sé i segni della crocifissione. Sul suo capo ferito, sul suo costato, sulle sue mani e sui suoi piedi rimarranno le tracce dell’opera crudele compiuta dal peccato. Contemplando il Cristo nella sua gloria, il profeta dice: ‘…dei raggi partono dalla sua mano; ivi si nasconde la sua potenza’ (Ab 3:4). Quelle mani, quel fianco ferito, da cui sgorgò il sangue che ha riconciliato l’uomo con Dio, rappresentano la gloria del Salvatore, la sua potenza. ‘Potente per salvare’ mediante il sacrificio della redenzione, egli ha anche la forza di eseguire la giusta sentenza su coloro che hanno disprezzato la misericordia di Dio. I segni della sua umiliazione sono i titoli più eccelsi del suo onore. Nell’eternità, le ferite del Calvario racconteranno le sue lodi e proclameranno la sua potenza”.

Per saperne di più: assistenza@avventisti.it

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