NA - Notizie AvventisteFrancesco Zenzale – Dopo il millennio, Giovanni vede scendere dal cielo, d’appresso a Dio, la Nuova Gerusalemme, come una sposa adorna per il suo sposo (Ap. 21).

Nell’Antico Testamento, Gerusalemme è considerata come la sede del regno di Dio, il luogo in cui l’Eterno aveva stabilito la sua dimora fra gli uomini e dove si manifestava. Nella nuova terra, la Nuova Gerusalemme sarà il luogo di incontro dei santi glorificati. Questa città è contemporaneamente l’abitazione dei santi e la Chiesa glorificata; perciò è la città santa e la sposa di Cristo. Dopo il millennio, la Nuova Gerusalemme scende dal cielo d’appresso a Dio perché è opera di Dio; lo è come dimora da lui preparata per gli eletti e lo è come società dei salvati da Cristo, santificati dallo Spirito, fatti degni della comunione perfetta con il loro Dio. Infatti essa è pronta come una sposa adorna per il suo sposo: l’Agnello. Questa doppia immagine della “città”, e della “sposa” è tradizionale nella Sacra Scrittura.

Essa si è preparata, cioè si è trasformata, può ora appartenere al suo sposo il quale ha operato in lei “per farla comparire davanti a sé immacolata, irreprensibile, santa e gloriosa” (Efesini 5:27). “L’immagine (della sposa) è quella che meglio raffigura la giovinezza perenne, e l’eterna meraviglia dell’amore che rende beata una vita d’amore, la quale, dopo migliaia di secoli, avrà la stessa freschezza che aveva al principio” (Ernest Allo).

Giovanni ode una gran voce dal trono che dice: “Ecco il tabernacolo di Dio con gli uomini”. Questa voce comunica all’apostolo una straordinaria rivelazione. “La Nuova Gerusalemme… la Chiesa dei riscattati è chiamata il tabernacolo di Dio con gli uomini, per allusione al tabernacolo che serviva di santuario nel deserto, e grazie al quale Dio abita con gli uomini” (Louis Bonnet). Con questa dichiarazione dal cielo, si presenta la relazione perfetta di Dio con la sua Chiesa. In questa dichiarazione si riassume l’insegnamento apostolico: alla Chiesa, tempio dello Spirito Santo, corpo di Cristo, è dato di partecipare alla natura divina (2 Pietro 1:4). Allora Dio “sarà tutto in tutti” (1 Corinzi 15:28); senza confondersi con le sue creature, “abiterà con loro ed essi saranno suoi popoli, e Dio stesso sarà con loro e sarà loro Dio” (1 Corinzi 6:19; Efesini 2:22; 1 Pietro 1:4; 1 Giovanni 3:2; 1 Corinzi 15:28).

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