Apocalisse in breve. Pergamo
17 Dicembre 2013

NA - Notizie AvventisteFrancesco Zenzale – La terza lettera è indirizzata alla chiesa di Pergamo (Apocalisse 2:12-17), città famosa dal 283 al 129 a.C. e capitale della provincia romana dell’Asia. Si ergeva superba e maestosa su di un’altura e meritava ampiamente il sui nome che deriva dal greco pergamôi e significa “cittadella”, “città gloriosa”, “città elevata”. I pagani vi avevano costruito i loro sontuosi santuari, svettanti sopra la città: l’altare di Zeus e il tempio di Ascelpio (Esculapio, dio della guarigione), meta di foltissimi e continui pellegrinaggi di malati e infermi.

La lettera si apre presentando Gesù come un guerriero deciso a combattere: “…Colui che ha la spada acuta a due tagli… Ravvediti dunque, altrimenti fra poco verrò da te e combatterò…” (vv. 12, 16).

Il testo “colui che ha la spada acuta a due tagli” (v. 12) è un riferimento alla “spada a due tagli, acuta” che Giovanni vede uscire dalla bocca del figlio dell’uomo (Ap. 1:16; 19:15), che è un simbolo della Parola di Dio definita anche “la spada dello Spirito” (Efesini 6:17).

È con la Parola di Dio che “è vivente ed efficace, più affilata di qualunque spada a doppio taglio, e penetrante fino a dividere l’anima dallo spirito, le giunture dalle midolla; essa giudica i sentimenti e i pensieri del cuore” (Ebrei 4:12) che il Signore desidera (combattere) mettere a nudo la nostra povertà spirituale, le nostre lacune spirituali e quindi orientare la nostra vita verso il primo amore.

La chiesa di Pergamo segna un periodo storico della chiesa, caratterizzato dal compromesso con il potere politico del IV e V secolo.

In questo spazio di tempo, il compromesso con il male si rivelò quasi più letale della completa iniquità. Infatti, è più facile riconoscere il nemico fin tanto che resta al di fuori delle mura, ma quando egli s’infiltra nelle file del popolo di Dio, la sua identificazione è assai più difficile e la sua eliminazione molto delicata. Questa era la situazione della chiesa che stiamo considerando.

Per la prima volta il paganesimo e l’errore si mescolano alla testimonianza della verità. Si nota un’evoluzione rispetto alla chiesa di Efeso. La prima chiesa ricevette la lode del Signore perché “odiava” i Nicolaiti. Ora, essi si trovano in mezzo a loro: “Cosi anche tu hai alcuni che professano similmente la dottrina dei Nicolaiti” (v. 15). All’azione di Balaam, divoratore del popolo, si unisce quella dei Nicolaiti, il cui nome significa “il conquistatore del popolo”. In questi due nomi traspare lo stesso pericolo per il popolo di Dio.

In modo quasi impercettibile, le usanze pagane penetrarono nella chiesa cristiana. Il paganesimo, apparentemente sconfitto, divenne il vincitore. Il suo spirito dominava ormai la chiesa. Le sue dottrine, le sue cerimonie e le sue superstizioni si mescolarono alla fede e al culto di coloro che si definivano discepoli del Cristo.

A chi vince – la vittoria è assicurata nella misura in cui si tiene conto dell’invito al pentimento (v. 16) – il Signore promette che “io darò della manna nascosta e una pietruzza bianca, sulla quale è scritto un nome nuovo che nessuno conosce, se non colui che lo riceve”. Si ha qui una triplice promessa: la manna nascosta, cioè il pane della vita che è Gesù Cristo (Giovanni 6:31-34); una pietruzza bianca, simbolo di assoluzione o di vittoria, secondo alcune usanze del tempo, e della purezza di Cristo acquisita, mediante la quale è possibile accedere al banchetto celeste (Ap 19:6-9). Ricevere una pietruzza bianca equivale a una dichiarazione di salvezza. E infine “un nome nuovo che nessuno conosce, se non colui che lo riceve”, perché si tratta della perfetta espressione del carattere di Cristo e che servirà come “passaporto” per accedere al regno di Dio.

Per maggiori informazioni: assistenza@avventisti.it

 

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