NA - Notizie AvventisteFrancesco Zenzale – “Ricordati dunque come hai ricevuto e ascoltato la parola, continua a serbarla e ravvediti. Perché, se non sarai vigilante, io verrò come un ladro, e tu non saprai a che ora verrò a sorprenderti” (Ap 3:3).

Il rimedio indicato per ciascuna comunità, ma anche per ogni singolo credente che si ritrova nella condizione di tornare a Dio è semplice: ravvediti e sii vigilante. Ravvedersi e vigilare esprimono da una parte il ritorno alla Parola di Dio, alla fonte della rivelazione, e quindi un movimento di ritorno al primo amore; dall’altra, vivere la conversione nell’esperienza di tutti i giorni lasciandoci sorprendere da Dio.

La conversione è sempre un ritorno alla vita: a Dio, come Dio benigno e clemente e non un ritorno ad una dottrina su Dio. È un atto di fiducia, di abbandono, di reintegrazione delle relazioni normali, che erano state interrotte con Dio. La conversione non è un fatto statico, ma un processo spirituale che, se è particolarmente intenso all’inizio, continua a produrre una trasformazione graduale nella vita del cristiano, fino alla gloria finale (Efesini 4:23-24).

La conversione è allontanamento dal male (Geremia 18:8) e ritorno al Signore. Essa indica il moto spirituale del pensiero umano verso Dio. Conversione è compito che l’uomo deve assumersi responsabilmente davanti a Dio in rapporto ai suoi atti. Conversione è atto di ubbidienza, risposta umana all’appello di Dio, di accogliere l’offerta della grazia. Dunque, la conversione non è espressione di decisione umana, ma possibilità accordata da Dio all’uomo come dono escatologico di grazia. Convertirsi, come risposta a un appello ricevuto, significa rivolgersi alla fonte dell’appello, prima ancora che allontanarsi da tutto il resto. (Matteo 3:2; 4:17; Luca 14:33).

Non è un pio sentimento o un mutamento di sentimenti. È qualcosa di più profondo. È un volgere le spalle a tutto il passato, è l’inizio di un cammino nuovo. Significa volgersi alla luce che è apparsa in Gesù, rendersi conto della realtà del regno di Dio, vedere che c’è e di conseguenza orientare di nuovo tutta la propria vita verso una nuova direzione, mettendosi sul cammino nuovo che Gesù, da uomo, ha percorso. Significa smettere un passato per accettare l’oggi comunque e dovunque si manifesti. È una trasformazione di natura. È ritorno alla vita, alla casa del Padre. È ritorno del peccatore (Luca 15:24-32).

“La vera conversione è un cambiamento deciso dai sentimenti; significa abbandonare completamente i legami umani ed elevarsi verso un’atmosfera spirituale” (E. G. White, Testimonianze 5). “Se dunque siete stati risuscitati con Cristo, cercate le cose di lassù dove Cristo è seduto alla destra di Dio. Aspirate alle cose di lassù, non a quelle che sono sulla terra” (Colossesi 3:1-2).

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