Docenti della Facoltà avventista di teologia di Firenze hanno partecipato alla quarta Conferenza biblica internazionale conclusa a Roma da pochi giorni. Ne parlano Filippo Alma e Saverio Scuccimarri.

Notizie Avventiste – Si è chiuso da poco il sipario sui lavori della IV Conferenza biblica internazionale, l’evento di dieci giorni organizzato dal Biblical Research Institute a Roma. Teologi, studiosi, docenti e amministratori avventisti sono arrivati da tutto il mondo per esplorare i vari ambiti e le diverse implicazioni dell’escatologia, argomento che si occupa dei tempi della fine e del ritorno di Gesù.

L’idea che sarà Dio ad avere l’ultima parola sulla storia umana fa parte del patrimonio comune del mondo cristiano. “Il discorso sulle cose ultime è iscritto nella fede cristiana perché parliamo del destino dell’essere umano” afferma Filippo Alma, docente di Nuovo Testamento alla Facoltà avventista di teologia di Firenze, che ha partecipato alla Conferenza insieme con alcuni colleghi.

Alma mette l’accento su una reale esperienza di attesa del ritorno di Cristo. “L’attesa escatologica” spiega “deve renderci anche un po’ diversi da quello che siamo oggi su questa terra. Possiamo valutare le nostre scelte etiche in vista e in prospettiva anche escatologica”.

Inoltre, l’attesa non è disimpegno dalle responsabilità nella vita presente. Attendere “nuovi cieli e nuova terra”, continua il docente ai microfoni di radio Rvs “ci coinvolge tutti a impegnarci perché questa terra possa essere ripiena della giustizia che noi crediamo venga prima di tutto da Dio, ma che si deve incarnare anche nelle relazioni umane, nel rapporto con lo Stato e le autorità”.

Oggi si percepisce il senso dell’angoscia per il futuro. La comunità scientifica mostra molta preoccupazione per ciò che accade all’ecosistema, assistiamo a un certo “incattivimento” nelle relazioni internazionali e all’interno dei vari Paesi. Tutto questo pone interrogativi sull’esito della storia umana.

“L’Apocalisse” afferma Saverio Scuccimarri, direttore del mensile Il Messaggero Avventista, riferendosi all’ultimo libro della Bibbia “ci può dare una chiave di lettura del presente che stiamo vivendo, un po’ involutivo da tanti punti di vista. Quindi ci richiama a una visione più realista della storia umana. I tempi, che viviamo ora, ridimenzionano le nostre aspettative e ci riportano sul piano della realtà”.

Ascolta l’intervista a Filippo Alma e a Saverio Scuccimarri

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