Deborah Bough – L’unione fa la forza, lo sappiamo tutti, ma pochi si impegnano per adempiere tale scopo, così importante e biblicamente enfatizzato. Non soltanto le società falliscono in questo, ma anche le istituzioni religiose. Eppure, questa volta, sembra che il cantone più piccolo e apparentemente insignificante della Svizzera ci sia riuscito.

Dall’inizio di quest’anno, le quattro chiese avventiste del Ticino si sono finalmente attivate per creare numerosi eventi e programmi che portano i vari membri del «corpo di Cristo» fuori dalle loro case. Infatti, il ritiro spirituale a Catto, paesino sperduto tra la catena di montagne della levantina, ha radunato circa una cinquantina di giovani, detti anche «millennial», dal Ticino, da diverse parti d’Italia e addirittura da alcune parti d’Europa, come la Germania e la Romania.

Il ritiro è durato tre giorni, da venerdì sera 15 novembre a domenica pomeriggio 17 novembre. Se inizialmente sui vari volti si leggeva perplessità, indifferenza e smarrimento, non ci è voluto molto a sciogliere «l’iceberg» emotivo di ciascuno. Lo spirito scherzoso e alla mano dei responsabili della gioventù, come JoJo Da Silva, ha permesso di rompere il ghiaccio, riscaldando immediatamente il cuore di tutti. La dinamicità e la franchezza della testimonianza dell’ospite invitato, Jonathan Tejel, ha invece coinvolto in modo particolare la spiritualità dei nostri ragazzi. Anche i momenti di lode hanno contribuito a rendere questa esperienza speciale.

Nonostante le giornate grigie e nebbiose di quel weekend, nemmeno i 50 centimetri di neve hanno fermato lo spirito dei millennial; anzi, è stato proprio quello spirito a portare il sole. Se gli adulti erano pronti ad arrendersi, restando dentro al rifugio con un broncio lungo fino a terra, preoccupati di come intrattenere i ragazzi, i giovani, dal canto loro, non si sono fatti problemi: in maniera semplice e spontanea hanno ribaltato la situazione, trasformandola in un’esperienza positiva, immergendosi così nei bellissimi fiocchi di neve che scendevano delicatamente dal cielo. Tra pupazzi di neve e battaglie di palle “ghiacciate”, gridi, risate e giovani che correvano in tutte le direzioni, è stato una lezione per tutti. Dovremmo ammirarli e apprendere dalla loro semplicità, cercando di vedere la luce in ogni situazione, imparando a diventare dei veri «ribaltatori» di quelle situazioni che inizialmente non ci vanno a genio. Lasciamoci ispirare dai più giovani, perché anche loro hanno qualcosa da insegnarci.

Il weekend è piaciuto talmente tanto, che il pastore della chiesa avventista di Massagno, Matthias Maag, insieme al suo staff di responsabili, sta già pensando ai prossimi appuntamenti.

Il ritiro si è quindi concluso con successo. Solitamente si riscontrano lamentele da parte di giovani che non vedono l’ora di finire le attività di chiesa per poter tornare ai loro cellulari e iPad. Questo ritiro, invece, ha toccato il cuore di tutti, trasformando i soliti lamentoni in persone affiatate e desiderose di vivere altre esperienze simili. Insomma, per farla breve, nessuno voleva più ripartire. Anche i temi trattati da Tejel hanno avuto il loro impatto: diversi giovani hanno bene in testa i propri obiettivi professionali, mentre altri sono ancora alla ricerca di loro stessi e della loro chiamata. Tejel ha trattato questi punti, con tatto e chiarezza, incoraggiando i giovani a non disperarsi ma a rimanere fiduciosi, pronti a scoprire quello che Dio riserva per ciascuno di loro.

 

[Fonte e foto: Magazine Avventista]

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