Nella prima parte di questa puntata Claudio Coppini e Roberto Vacca hanno intervistato Alessandro Martini, responsabile di Caritas Toscana, che ci ha introdotto un incontro di cui sarà relatore. Si tratta di un evento organizzato dalla Facoltà Teologica dell’Italia Centrale: “Chi è il nostro altro? Viaggio intorno all’uomo”.

“Venerdì 28 settembre proponiamo – per iniziare l’Anno Pastorale – un pomeriggio di riflessione incentrato sull’ALTRO: l’essere umano è un essere relazionale. Non c’è uomo senza altri uomini e ogni persona fa parte dell’umanità, fa parte di una realtà in cui ci sono gli altri. Nessun uomo è un’isola, ma soprattutto nessuno si salva da solo. Alterità e Identità – Alterità e Fragilità – Alterità e Spiritualità saranno alcuni dei temi sui quali esperti relatori richiameranno la nostra attenzione.
L’incontro si svolgerà presso l’Aula Magna della Facoltà Teologica dell’Italia Centrale, Istituto Superiore di Scienze Religiose della Toscana ‘Santa Caterina da Siena’, Viale Ludovico Ariosto 13 – Firenze (ingresso da Piazza Tasso 1/A)”.

Nella seconda parte della trasmissione i conduttori hanno dialogato con Federica Brizi, collaboratrice di Mediterranean Hope, è un progetto sulle migrazioni della Federazione delle chiese evangeliche in Italia (FCEI). L’associazione critica il nuovo decreto del Governo, chiamato “Decreto Sicurezza” o “Decreto Salvini”, definito: “Una picconata contro il diritto di asilo“. Nel comunicato stampa a firma della FCEI si legge: “Il ridimensionamento dello SPRAR a favore di centri di identificazione potenzia un modello concentrazionario, rafforzando strutture potenzialmente esplosive sul piano sociale. Come cristiani che ritengono che il Vangelo sia primariamente servizio e accoglienza agli ultimi esprimiamo la nostra critica più severa a questo provvedimento”.

“Sotto il cappello generico della sicurezza – affermano i responsabili delle due organizzazioni protestanti pastore Luca Maria Negro e Giovanni Comba, rispettivamente presidente FCEI e presidente CSD, attivamente impegnate in attività di accoglienza di migranti e richiedenti asilo – si approvano norme che limitano gravemente il diritto d’asilo, arrivando a cancellare la protezione umanitaria con la quale decine di migliaia di persone hanno potuto ricostruire la loro vita in Italia, sfuggendo a violenze e persecuzioni nei loro paesi, o in quelli di transito come la Libia. La possibilità di costringere i richiedenti asilo in strutture chiuse di tipo carcerario fino a sei mesi criminalizza persone vulnerabili proprio nel momento in cui avrebbero invece più diritto alla protezione e a un’azione integrata di soccorso”.

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