Patate, le regole d’oro per consumarle (e non ingrassare troppo)

Da quando hanno cominciato a diffondersi in Europa nel 700 (erano arrivate a fine 500 dall’America, ma inizialmente non vennero usate a scopo alimentare), le patate hanno sostentato un’enorme popolazione. Oggi sono il terzo alimento più consumato al mondo, dopo il riso e il grano. E questo benché contengano una sostanza non proprio innocua: la solanina.

Come altre piante, anche le solanacee (la famiglia cui appartengono le patate) hanno sostanze naturali nocive usate a scopo difensivo. Nel loro caso si tratta della solanina, un alcaloide tossico che, oltre che nelle patate, si trova pure in altri membri della stessa famiglia: pomodori, peperoni e melanzane. Con la maturazione, questi ortaggi perdono tale sostanza; invece le patate, oltre a contenerlo da immature (cioè novelle), la accumulano invecchiando e con l’esposizione alla luce. Le parti più ricche di solanina sono la buccia e la zona immediatamente sottostante, le gemme, tutte le parti rovinate (tagli, segni vari) e le parti vicino alle radici. L’alcaloide si concentra poi negli esemplari molto avvizziti per l’invecchiamento…

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