In questo numero di Sfogliando il giornale, Claudio Coppini e Roberto Vacca intervistano il giornalista Paolo Borrometi per commentare con lui un fatto di cronaca che sta facendo molto discutere. La vicenda è stata ripresa da diversi giornali, tra i quali il Corriere della Sera dell’11 maggio: «”Temiamo attentato”, salta l’incontro sulla legalità-Siracusa, la scuola aveva invitato il giornalista Paolo Borrometi. “Brutto segnale, così vince la mafia”».

Era già tutto pronto. Fissato il luogo e soprattutto la data, il 22 maggio vigilia dell’anniversario della strage di Capaci, A Rosolini (Siracusa) gli studenti dell’ Itis “Archimede” avevano invitato Paolo Borrometi per discutere di legalità e lotta alla mafia in un territorio che è stato al centro delle inchieste del giornalista che da anni vive sotto scorta. Dunque un segnale importante dal mondo della scuola. Ma due giorni fa Borrometi ha ricevuto una mail imbarazzata del rappresentante degli studenti per disdire l’appuntamento con la motivazione: “Purtroppo il mio preside ritiene poco sicuro farti intervenire a Rosolini durante questo periodo che stai attraversando…”.

In altre parole il dirigente scolastico, non la questura, ritiene che ci sia un rischio attentato e decide di annullare tutto. Secondo Paolo Borrometi con questa decisione si da un segnale veramente brutto. Se salta un incontro organizzato da mesi, fortemente voluto dagli stessi ragazzi, diamo la sensazione che hanno vinto i mafiosi. Poco tempo fa, grazie ad indagini accurate e a delle intercettazioni, era stato possibile sventare un attentato in preparazione contro il giornalista. In seguito, anche Papa Bergoglio ha voluto incontrare Borrometi privatamente per fargli sentire il suo sostegno e la sua vicinanza.

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