“Dio infatti non ha mandato il proprio Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma affinché il mondo sia salvato per mezzo di lui” (Giovanni 3:17).

Omar Miranda – “Aaagggghhhhhh!”. Udimmo nitido l’urlo e un tonfo. Mia figlia ed io ci precipitammo in sala da pranzo e trovammo mio figlio immobile, ricoperto di porridge che era colato e aveva imbrattato il pavimento. Mia figlia, esasperata da quel fratellino (o “piccolo scocciatore” come soleva chiamarlo), gli puntò il dito davanti al viso. “Guarda che disastro hai combinato!” gli disse decisa.

Accompagnai mio figlio nella sua stanza per ripulirsi e poi tornammo per dare una lavata al pavimento. Ma sentimmo mia figlia esclamare con dolcezza: “Buon Natale, Jackson, ho pulito il disastro che hai combinato!”.

Scoppiai in una fragorosa risata. Poi diventai silenzioso e cominciai a commuovermi mentre il senso profondo di quelle parole emergeva nel mio cuore.

Sapete, in una notte silenziosa di circa 2.000 anni fa, in una piccola città senza nome, una madre adolescente senza nome diede alla luce un bambino, nato in un fienile buio, pieno di spifferi, sporco, puzzolente, freddo. Il vangelo annuncia: “Nel principio era la Parola, la Parola era con Dio, e la Parola era Dio. Essa era nel principio con Dio. Ogni cosa è stata fatta per mezzo di lei; e senza di lei neppure una delle cose fatte è stata fatta. In lei era la vita, e la vita era la luce degli uomini. […] E la Parola è diventata carne e ha abitato per un tempo fra di noi, piena di grazia e di verità; e noi abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come di unigenito dal Padre” (Giovanni 1:1-4, 14).

Dio è venuto per stare con noi. La sua nascita fu il modo usato da Dio per dire all’intero genere umano, a te e a me: «Guarda che guaio hai combinato peccando e voltandomi le spalle. Ma, buon Natale. Ho pulito il tuo disastro!”.

Gesù disse a Nicodemo: “Dio ha tanto amato il mondo, che ha dato il suo unigenito Figlio, affinché chiunque crede in lui non perisca, ma abbia vita eterna. Infatti Dio non ha mandato suo Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui” (Giovanni 3:16,17).

Sono così felice che Dio sia venuto in questo mondo non solo per evidenziare i nostri disastri, ma per porvi rimedio. Per questo è nato come un bambino indifeso, ha vissuto una vita perfetta e ha subìto – nonostante fosse perfetto – la morte di un peccatore; ma poi è risorto alla vita.

Allora, buon Natale! Gesù ha rimediato ai problemi che non avremmo mai potuto risolvere da soli! Viviamo la nostra vita per lui! E quando incontriamo delle persone che hanno reso la loro esistenza disastrosa, condividiamo con loro il messaggio di Cristo, morto per pulire anche la loro vita, e poi è risorto.

Non dimentichiamo mai che è Gesù la ragione di questo periodo di feste.

 

[Fonte: Adventist Review online]

 

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