In questi giorni ben tre ragazzi a Roma sono morti dopo essersi tuffati in acqua per fare un normale bagno. Abbiamo così purtroppo imparato un nuovo termine prima sconosciuto ai non specialisti: la parola è “idrocuzione”.
Sta ad indicare una sincope da immersione rapida in acqua, specialmente fredda, che può causare, appunto, anche la morte per arresto cardiorespiratorio o annegamento.

Mario Calvagno intervista il prof. Giacomo Mangiaracina, medico, docente di Salute Pubblica presso il Dipartimento di Medicina e Psicologia dell’Università “Sapienza” di Roma, presidente dell’Agenzia Nazionale per la Prevenzione.

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