Diana Caliman/Maol – Chi arriva a Poppi per il Campo famiglie, che sia la prima volta o magari la ventesima, sente di avere tante aspettative, ma con occhi di fanciullo inizia a guardarsi intorno, ad ascoltare il pastore di turno e a fare conoscenza con gli altri partecipanti, il tutto in un’atmosfera incantata, immersi nel verde.
Il campo si è svolto dal 12 al 19 agosto, nella meravigliosa cornice del Centro «Casuccia Visani», tra le colline del Casentino. Quest’anno il tema affrontato aveva un titolo davvero speciale: come trasformare le ferite in poesia. Chiaramente tutti ci siamo sentiti tirati in ballo, chi di noi non ha ferite da guarire? Pensare poi addirittura di trasformarle in poesia è veramente un’esortazione invidiabile per chiunque.
Ebbene, il past. Samuele Barletta ci ha condotti, attraverso la lettura della Bibbia e le sue riflessioni, in un percorso di conoscenza di un personaggio biblico che ha due nomi: Noemi (o Naomi) che indica la gioia e, successivamente, Mara, dall’ebraico marah che significa amareggiata, un nome scelto da lei stessa dopo essere diventata vedova e aver perso i suoi due figli. Con lei vive la nuora Rut, per l’appunto anche lei vedova. Eppure questa giovane donna sarà capace di dare di nuovo fiducia nella vita a sua suocera, divenuta oramai passiva.
Sally D’Aragona, moglie del past. Barletta, laureata in teologia e laureanda in psicologia, ha descritto con brevi riflessioni altri personaggi biblici che hanno lottato per rialzarsi. Con sorpresa ci siamo ritrovati incantati a guardare gli autoritratti di Van Gogh e a comprendere come la creatività e la parola biblica insieme siano le carte vincenti per guarire.
Il campo è stato diretto dal past. Patrizio Calliari e da sua moglie, Maria Antonietta, anche lei psicologa. Nei primissimi giorni, sono intervenuti anche Roberto Iannò e sua moglie Anna che ci ha allietato con la sua cucina vegetariana.
Non dimentico di parlarvi anche della meravigliosa famiglia di Alessio e Laura Puglisi che si sono occupati della musica e dei bambini. E poi Daniele, un presentatore super; la cuoca, i ragazzi volontari, i coniugi custodi di Casuccia e infine noi partecipanti al campo.
Per una settimana, abbiamo percorso insieme un pezzettino di strada nella conoscenza di Dio ed è stato meraviglioso aprire i nostri cuori. E ora? Non ci rimane che affidarci nelle mani del Signore per far sì che la nostra vita diventi come un vaso dell’arte Kintsugi, che trasforma un vaso rotto in un’opera d’arte.