Dall’11 al 18 agosto, si è svolto l’annuale Campo famiglie a Poppi, organizzato dal Dipartimento nazionale dei Ministeri della Famiglia. Di seguito pubblichiamo la testimonianza di una coppia partecipante: Nicola e Ivana Secci della chiesa di Cagliari.

Quest’anno la mia famiglia ed io abbiamo deciso di vivere una nuova esperienza per le nostre ferie estive. Un’esperienza particolare e diversa considerando che, vivendo in Sardegna, abbiamo sempre trascorso le vacanze lungo le nostre spiagge, con i bambini. L’idea in realtà ci era già balenata in testa diverse volte, ma le difficoltà del viaggio avevano posto un freno all’iniziativa. Quest’anno però abbiamo deciso di fare il salto di qualità, per vivere dei momenti che non ci ricaricassero solo dal punto di vista fisico, ma soprattutto da quello mentale e spirituale.

E così siamo arrivati a Casuccia Visani, domenica nel tardo pomeriggio, dopo un lungo ed estenuante viaggio. Mia moglie ed io ci siamo subito resi conto di aver preso la decisione migliore per noi e per i nostri bimbi: appena arrivati, i responsabili del campo, il past. Roberto Iannò e sua moglie, Anna Calà, ci hanno accolto con baci e abbracci, e il nostro primo pensiero è stato subito quello di essere giunti a «Casa». Non ci trovavamo nella nostra comunità di Cagliari, ma è come se lo fossimo stati. In poco tempo non si contavano i buongiorno, i saluti e i «da dove venite»; così il primo imbarazzo di essere «ospiti» all’interno di una nuova comunità (molti dei partecipanti avevano fatto questa esperienza più volte e quindi si conoscevano da diversi anni) si è immediatamente mutato in un rapidissimo percorso di inserimento in quella realtà estiva multietnica, multiregionale e intergenerazionale.

Con la presentazione dello staff, delle attività e del calendario, avvenuta nel primo dopocena, è partita questa splendida avventura. Una settimana durante la quale abbiamo potuto vivere una «vacanza spirituale a 360 gradi». Le attività, sempre ben organizzate e mai troppo pressanti e stancanti, ci hanno consentito di vivere momenti di commozione, divertimento ma soprattutto di forte crescita spirituale. I tempi e le modalità con cui si svolgevano gli eventi erano sempre costruiti avendo a cuore le esigenze e le necessità di una famiglia, con tanti momenti dedicati alla coppia: dagli incontri quotidiani di psicologia con la dott.ssa Deborah Giombarresi, ai momenti musicali organizzati da Alessio e Andrea Puglisi; dai momenti dedicati ai nostri bimbi, guidati da Laura Puglisi e Ilaria Caccamo, a quelli destinati al coro del campo, al quale abbiamo partecipato con grande entusiasmo.

Tante sono state le attività ludico-ricreative organizzate dallo staff, ma altrettante sono nate spontaneamente tra noi campisti che, in un rapido crescendo di amicizia e comunione fraterna, in pochissimo tempo ci hanno trasformato da semplici conoscenti in una famiglia in Cristo. Le risate e la felicità dei nostri bimbi al parco avventura, la fatica e il sudore durante le partite di calcio e pallavolo, il corso di Raw Food di Anna, la sana competizione e i tanti sorrisi durante le partite di biliardino e tennis tavolo, tra grandi e piccini, difficilmente smetteranno di risuonare nelle nostre menti.

Come non dedicare un pensiero ai tanti volontari che hanno reso possibile il campo: la dedizione e la competenza culinaria della cuoca Nella Mileto, l’organizzazione e la costante presenza di Petru e Rebeca Havresciuc, e i tanti sorrisi a noi dedicati dalla mattina alla sera dai volontari del campo lavoro testimoniano come tutte le membra del corpo abbiano una loro funzione vitale per la riuscita di un programma.

Vogliamo concludere con quelli che per noi sono stati sicuramente i momenti più significativi del campo. Il percorso spirituale incentrato sulla «Creazione», realizzato dal past. Franco Evangelisti di Guerrino, è stato un susseguirsi di forti emozioni: dall’allegria per i mille aneddoti simpatici presentati da Franco, ai momenti di fortissima carica spirituale segnati dalle numerose esperienze di vita vissute nel suo trentennale ministero. Il fatto che diversi episodi fossero stati da lui vissuti in Sardegna, durante il suo primo incarico, ci ha reso maggiormente coinvolti e partecipi di quei racconti a volte tristi e a volte ricchi di speranza, ma tutti con un grande denominatore comune: la fede nel nostro Salvatore Gesù Cristo che può davvero farci rinascere e creare in noi delle persone nuove. Infine la santa Cena, vissuta il venerdì, è stata ricca di spiritualità e amore, momenti speciali che ci accompagneranno durante il prossimo anno comunitario e di lavoro.

Durante il lungo viaggio di rientro, mia moglie mi ha ripetuto diverse volte: «Peccato sia finito». Questo la dice lunga sull’idea di progettare la nostra partecipazione al Campo famiglie 2020, spinti anche dal forte desiderio dei nostri figli di poter finalmente condividere le loro esperienze con altri bambini della loro stessa fede. Perché quando entri a far parte di una nuova famiglia non vedi l’ora di poter riabbracciare i tuoi nuovi fratelli e sorelle.

 

 

 

 

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