“Se va bene, se siamo proprio bravi, la temperatura della Terra aumentera’ di 2 gradi. Sara’ come avere una febbre, ma passera’. Se invece continuiamo a consumare combustibili fossili con il ritmo attuale, l’incremento sara’ di 4 gradi o piu’. Quattro gradi sono un’enormita’: pensate cosa succederebbe al nostro corpo se il termometro salisse a 41 gradi”. Edo Ronchi, presidente della Fondazione per lo sviluppo sostenibile annuncia cosi’ l’urgenza del meeting “Giustizia ambientale e cambiamenti climatici. Verso Parigi 2015” promosso dalla Fondazione con il patrocinio del Pontificio consiglio per gli operatori sanitari. L’10 e il 11 settembre Roma diventera’ la capitale del dibattito sul clima: arriveranno il direttore dell’Unep Achim Steiner, l’economista Nicholas Stern, il direttore dell’Earth Institute Jeffrey Sachs.
L’obiettivo e’ accelerare l’accordo per la stabilita’ del clima che e’ ancora lontano, mentre l’appuntamento con la conferenza Onu che si terra’ a Parigi all’inizio di dicembre si avvicina. La comunita’ scientifica e i vertici dei maggiori Paesi concordano sulla necessita’ di evitare che la temperatura aumenti di piu’ di 2 gradi nel corso di questo secolo. Per raggiungere il traguardo bisogna fermare l’aumento della concentrazione di CO2 in atmosfera a 450 parti per milione: erano 280 all’inizio dell’era industriale, oggi siamo gia’ arrivati a quota 400.
Il tempo stringe. Per evitare il collasso climatico occorre contenere le immissioni di CO2 in atmosfera in un tetto di 3mila miliardi di tonnellate complessive. Ci siamo gia’ giocati due terzi di questa dote. Restano solo mille miliardi di tonnellate e a questo ritmo entro il 2040 avremo sfondato il muro della sicurezza. Il che vuol dire che, in assenza di un accordo globale sul clima, intere zone del pianeta diventerebbero inospitali e piu’ di 250 milioni di persone dovrebbero migrare a causa dei cambiamenti climatici (“Caos climatico, senza un accordo avremo 250 milioni di profughi” articolo di Antonio Cianciullo pubblicato su Repubblica dell’8 settembre 2015).

In questo numero di “A tu per tu” parliamo di crisi ambientale e responsabilita’ dei cristiani con il pastore avventista Luca Faedda.

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