N6-Settimana libertaNotizie Avventiste/Davide Romano – Nella settimana che comprende il 17 febbraio (dal 16 al 23), la Chiesa cristiana avventista del 7° giorno in Italia, insieme con il mondo evangelico, dedica una settimana alla libertà religiosa.

La ricorrenza celebra la concessione della libertà, ma sarebbe più corretto dire della “tolleranza”, religiosa e dei diritti civili concessi da Carlo Alberto nel 1848 ai valdesi e contestualmente anche agli ebrei.

Per l’occasione, la Federazione delle chiese evangeliche in Italia (Fcei), in collaborazione con l’Unione italiana delle chiese cristiane avventiste (Uicca) e la Federazione delle chiese pentecostali, ha pubblicato il libro “Chiesa e potere. Libertà evangelica, laicità e spazio pubblico”, che tematizza vari aspetti della libertà religiosa e del correlato tema della laicità delle istituzioni pubbliche.

“Uno stato laico come è definito il nostro, chiamato a gestire sulla base della parità milioni di cittadini, dovrebbe essere impegnato nell’attuare quei principi di neutralità e imparzialità in materia religiosa, garantendo a tutti una pari libertà”, scrive Dora Bognandi, responsabile del dipartimento Libertà religiosa dell’Uicca, nell’introduzione del libro edito dalla Claudiana.

“La libertà non è un bene che si possiede, ma il premio per i doveri assolti. Per continuare a godere della libertà bisogna avere virtù e compiere fedelmente il proprio dovere”, scrive ancora D. Bognandi.

Quest’anno il volumetto risente tuttavia di una doppia ricorrenza, quella cioè con i millesettecento anni dalla promulgazione dell’editto di tolleranza verso i cristiani ad opera dell’imperatore Costantino nel 313 d.C. a Milano.

Si è colta dunque questa data così doppiamente simbolica per articolare ancora una volta il tema della necessaria laicità dello stato al cospetto di tutte le religioni che in esso vivono e dei tradizionali e funesti legami tra la chiesa e il potere politico.

Il testo si lascia apprezzare per i numerosi e lucidi contributi di vari autori che partendo dalle conseguenze immediate dell’editto di Milano sul cristianesimo e sull’impero, passano poi ad articolare una trattazione divulgativa, ma al tempo stesso scientificamente accurata, degli sviluppi che in epoca medioevale e moderna ha avuto il rapporto tra la chiesa cristiana, diventata organica all’impero, e le istituzioni imperiali-statali. Non manca inoltre un’adeguata sottolineatura delle novità introdotte in tale ambito di rapporti dalle chiese della Riforma nel XVI secolo e un approfondimento dello statuto del potere politico alla luce della Scrittura.

 

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