Gli organismi della Chiesa avventista in Italia, impegnati nel sociale, si sono riuniti a Firenze.

Lina Ferrara – Due giornate di incontri in cui non si parli soltanto ma che producano qualcosa di concreto. Hanno subito messo in chiaro le loro aspettative i partecipanti alla Conferenza dei servizi delle organizzazioni avventiste impegnate nel sociale, tenuta a Firenze il 22 e 23 ottobre.

“La Conferenza dei servizi è stata concepita dal coordinamento sociale Uicca (Unione delle Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno), creato in base a una raccomandazione dell’Assemblea Amministrativa 2014” ha spiegato il past. Giuseppe Cupertino, direttore dell’Opera sociale avventista (Osa) a HopeMedia Italia “Essa è un luogo in cui le organizzazioni che lavorano per le persone e con le persone, secondo il mandato missionario della chiesa, si incontrano, si confrontano, analizzano i loro bisogni, mettono a fuoco soluzioni che permettano di migliorare il loro agire”.

Condivisione, collaborazione, concretezza sono le parole più gettonate e ribadite negli interventi singoli, ma anche nelle relazioni finali dei gruppi che hanno lavorato nella prima giornata.

“Non mi aspetto risultati immediati” ha precisato realista Cupertino “Il processo di conoscenza, la collaborazione in rete richiedono tempo, pazienza, umiltà e soprattutto spirito di preghiera. Sono soddisfatto di aver visto crescere la consapevolezza circa la validità di questi percorsi e soprattutto l’espressione della volontà di chiarire che il servizio rivolto a chi è nel bisogno, deve indirizzare le persone a Gesù. A questo proposito formulo l’auspicio che tutta la chiesa italiana possa sostenere, con la preghiera e l’azione, coloro che sono impegnati in questo ministero di salvezza”.

Momenti spirituali
La conferenza è iniziata con il messaggio del past. Stefano Paris, presidente dell’Uicca, basato sul testo di Isaia: “In quel giorno, si dirà: ‘Ecco, questo è il nostro Dio; in lui abbiamo sperato, ed egli ci ha salvati. Questo è il Signore in cui abbiamo sperato; esultiamo, rallegriamoci per la sua salvezza!’” (25:9).

Gli incontri sono stati poi introdotti, nei due giorni, da intensi momenti spirituali, tenuti dal past. Filippo Alma, docente della Facoltà avventista di teologia, e dal past. Davide Romano, direttore dell’Istituto avventista di cultura biblica (Iacb) di Firenze e del Dipartimento Affari Pubblici e Libertà religiosa (Aplr) dell’Uicca.

“In questo primo appuntamento del quinquennio abbiamo riflettuto sulla teologia del dono, su quanto la realtà in cui viviamo sia in continua evoluzione e come questa evoluzione sfidi la nostra capacità di condividere il messaggio evangelico in modo pertinente” ha affermato Cupertino, riferendosi alle due presentazioni “Ci siamo interrogati sulla necessità di sviluppare una teologia della compassione, di come vincolare la diaconia all’annuncio della Parola, nel rispetto dei destinatari. Abbiamo anche esplorato la possibilità di collaborare nella gestione delle attività di progettazione e di sviluppo strategico per rendere le nostre entità sostenibili, sia con l’8xmille sia con risorse provenienti da altri finanziatori. Da diversi anni infatti abbiamo preso coscienza del rischio insito nel fatto di dipendere da un’unica fonte di finanziamento. Che il nostro interlocutore sia interno alla chiesa o appartenga alla realtà esterna ad essa è indispensabile mettere in campo azioni credibili capaci di conquistare la sua fiducia”.

Conferenza inclusiva
“Sono felice di aver partecipato anche perché sono stata inclusa. Chi ha organizzato mi ha voluto includere e questo per me è stato molto bello. Mi sono sentita parte del gruppo” ha affermato Mariarosa Cavalieri, responsabile nazionale dei Ministeri Personali e Scuola del Sabato, un’area, spiega, “che ha a che vedere con l’evangelizzazione e con lo studio della parola”.

È stata infatti inclusiva la convocazione della Conferenza che ha riunito intorno al tavolo i vertici Uicca (presidente, segretario e tesoriere) e i rappresentanti di: Adra Italia, Centri Casuccia Visani e Le Sorgenti (rispettivamente in Toscana e in Sicilia), Fondazione Adventum, casa di riposo “Casa Mia” di Forlì, HopeMedia Italia, Casa Aurora, Fondazione Vita e Salute, Istituto Iacb, Area sviluppo e sostenibilità, Dipartimento Aplr, Ministeri evangelizzazione e studio della parola. Rappresentanti appunto di realtà anche complesse, come per esempio Adra Italia che ha decine di coordinamenti e centinaia di volontari sparsi per tutta Italia.

“Sono presente qui” ha continuato Cavalieri “perché ritengo che l’evangelizzazione sia uno stile di vita e che a volte noi viviamo questa dimensione in un modo un po’ polarizzato. Abbiamo delle dottrine forti e la fede nel ritorno di Cristo però poi non riusciamo a vivere questa dimensione nel nostro circondario, a partire dalla famiglia e nel vicinato. La presenza di varie dimensioni che operano nel sociale può essere una ricchezza per la nostra chiesa. Nel momento in cui si intessono queste relazioni si impara gli uni dagli altri, per evitare che la nostra vita sia solo focalizzata su un rapporto personale fra me e Dio e il suo ritorno, oppure soltanto sul prossimo senza poi portargli il vangelo. Quindi secondo me ci si può aiutare a vicenda a crescere e ad essere una squadra”.

“Nel nostro tempo” ha concluso “dobbiamo dare tanto alle persone perché ci sono molte situazioni difficili. Nei tempi della fine, ritengo che la nostra chiesa debba essere diversa. Se veramente incarniamo il messaggio di Cristo, dobbiamo essere in mezzo alle persone, dobbiamo aiutarle, dobbiamo essere un sostegno, perché conosciamo l’amore di Dio, abbiamo la speranza e quindi magari possiamo veramente fare la differenza in un tempo molto critico”.

[Foto e interviste: Veronica Addazio]

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