Politici, giornalisti e rappresentanti di diverse fedi in convegno all’Ara Pacis a Roma. Maria Angela Falà: “L’altro è ciò che mi manca”. Urgente in Italia una nuova legge sulla libertà religiosa.

Francesca Evangelisti/Notizie Avventiste – Lunedì 3 febbraio, nella splendida cornice della sala convegni dell’Ara Pacis a Roma, si è svolto il convegno “Ruolo e prospettive del dialogo interreligioso in un’Italia che cambia”, organizzato dal Tavolo interreligioso di Roma.

La prof.ssa Paola Gabbrielli, presidente emerito del Tavolo, ha aperto i lavori introducendo la giornata e passando poi la parola alla presidente del I Municipio di Roma, Sabrina Alfonsini, che ha auspicato una significativa crescita del dialogo interreligioso nella società italiana attuale dove il rispetto per la diversità è sempre meno sentito.

La prof.ssa Maria Angela Falà, attuale presidente del Tavolo, ha guidato i presenti in un excursus storico rievocativo delle diverse attività del Tavolo interreligioso di Roma nei suoi 20 anni di vita. “Dobbiamo imparare a vedere le diversità come parte costitutiva di noi stessi” ha affermato la prof.ssa Falà “l’altro è ciò che mi manca”.

La parola è passata ai rappresentanti di nove religioni presenti sul territorio romano e membri del Tavolo: Unione induista italiana, Unione comunità ebraiche italiane, Unione buddhista italiana, Ortodossi romeni in Italia, Federazione Chiese Evangeliche in Italia, Chiesa cattolica, Centro culturale islamico d’Italia, Istituto buddista italiano Soka Gakkai, Unione chiese cristiane avventiste del settimo giorno.

Tutti hanno affermato con forza che è fondamentale conoscersi e dialogare con armonia per favorire un clima di rispetto reciproco. Nessuno vuole prevalere né tantomeno convincere gli altri della sua particolare verità, l’obiettivo da perseguire è riconoscere un valore nella diversità e rispettarla, solo così sarà possibile una armoniosa convivenza tra le fedi.

A questo punto sono intervenuti i rappresentanti politici: il prefetto Giovanna Maria Iurato, la dott.ssa Anna Nardini, il dott. Luca Pacini, dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani.

Hanno evidenziato la grande e urgente necessità di una nuova legge sulla libertà religiosa, al momento ci si rifà a quella del 1929, che regoli i rapporti tra lo Stato italiano e la pluralità religiosa sempre più variegata. Il percorso che porta alle intese è articolato e per niente semplice, dura diversi anni e al momento sono ancora troppo poche le confessioni che lo hanno intrapreso con successo. Le religioni hanno una funzione sociale molto importante e dunque non vanno sminuite né tantomeno ostacolate, ma è necessaria una legge aggiornata che tuteli i rapporti tra Stato e confessioni religiose.

Hanno chiuso il convegno i rappresentanti del media: Stefano Maria Paci, giornalista di Sky; Sabika Povia, giornalista; Claudio Paravati, direttore di Confronti; Antonio Pavolini, analista industria dei media; Davide Romano, direttore di Coscienza e Libertà.

Nella realtà mediatica italiana la Chiesa cattolica ha la quasi totalità degli spazi disponibili per l’informazione religiosa. Da una parte questo non è corretto perché dà pochissima visibilità alle minoranze che, seppur di inferiorità numerica, sono comunque presenti e attive; d’altra parte va anche ammesso che molto spesso le minoranze religiose non hanno una preparazione sufficiente per poter entrare in modo competitivo nel mondo dell’informazione. Nelle redazioni spesso non ci sono giornalisti specializzati sul tema delle religioni, per cui il rischio di fake news religiose è alto. Le percezioni errate dei cittadini sono spesso causate da un’informazione faziosa e viziata, ad esempio la percezione dei musulmani italiani è vicina allo zero, quando invece sono più della metà della popolazione islamica nel nostro Paese. Vi è la forte necessità di un giornalismo etico, scevro da pregiudizi e luoghi comuni.

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