Si è concluso il 25 aprile a Firenze il Convegno di primavera del Segretariato Attività Ecumeniche (Sae) incentrato sul tema “Sinodalità: prospettive ecumeniche”. I partecipanti, arrivati dal nord e dal sud d’Italia, hanno vissuto un’esperienza sinodale a CasAurora, struttura della Chiesa avventista all’interno del campus dell’Istituto avventista di cultura biblica di Firenze,

Iniziato il 23 aprile con un saluto del presidente del Consiglio delle chiese di Firenze, Marco Bontempi, e il benvenuto del direttore dell’Istituto avventista, Davide Romano, ha introdotto i lavori Erica Sfredda, presidente dell’associazione interconfessionale di laiche e laici per l’ecumenismo e il dialogo a partire dal dialogo ebraico-cristiano. Compito del Sae è contribuire alla formazione ecumenica, e il tema della sinodalità, particolarmente in questo periodo di percorso sinodale della Chiesa cattolica, è un’occasione di confronto tra le chiese che possono fare dono le une alle altre delle proprie pratiche ed esperienze particolari, ha detto la presidente. Dopo un ricordo grato del teologo Carlo Molari, recentemente scomparso, offerto dal teologo Simone Morandini del Comitato esecutivo del Sae, la riflessione è iniziata dal versante biblico-teologico con gli interventi di Letizia Tomassone, della Facoltà valdese di teologia di Roma, e di Riccardo Battocchio, presidente dell’Associazione teologica italiana.

In lavori si sono chiusi con il messaggio della valdese Erica Sfredda, presidente del Sae,
“Abbiamo capito che anche quello ecumenico è un cammino sinodale” ha affermato “soprattutto se consideriamo che il Sinodo non è un parlamento ma un luogo dove il popolo di Dio cammina verso una meta incommensurabile. Tutti noi con il nostro bagaglio e storia camminiamo insieme. Torniamo nelle nostre comunità arricchiti portando la speranza in un mondo di tenebre”.

[Foto: Laura Caffagnini. Fonte: Comunicati stampa del Sae]

A margine del convegno, radio Rvs ha rivolto alcune domande a Erica Sfredda, presidente del Sae. Clicca qui per ascoltare l’intervista.

Guarda la meditazione del direttore dell’Istituto avventista.

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