Michele Abiusi – Negli ultimi anni del mio servizio attivo come pastore della Chiesa Cristiana Avventista del Settimo Giorno, mi sono occupato del Ministero della Gestione Cristiana della Vita. È importante vivere una vita cristiana, non costituita solo di parole, ma di fatti. I popoli dell’antichità avevano gli “annali” dove riportavano tutte le imprese compiute, ma solo quelle belle; mai le sconfitte.

A volte anche noi, in quanto credenti, corriamo lo stesso rischio: quello di pensarci perfetti e di non voler ammettere le nostre sconfitte. … La Bibbia, pur essendo ispirata da Dio, non riporta solo le vittorie, ma anche le sconfitte. Giacobbe inganna suo padre Isacco per prendere la benedizione della primogenitura che spettava ad Esaù, il quale gliela cedette per un piatto di lenticchie. Giacobbe sperava che tutto si sarebbe risolto nel silenzio, ma Isacco che non era troppo convinto di avere davanti a sé il primogenito (la vista ormai non lo accompagnava più), e pone la domanda: “Chi sei tu, figlio mio?” (Genesi 27:18).

Giacobbe sceglie la strada della menzogna, che tristezza! Eppure, noi non siamo molto diversi: abbiamo grandi ideali ma spesso la realtà cozza con la natura umana. Noi, anche attraverso i media, dobbiamo presentarci come persone che aspirano agli ideali divini, ma spesso la nostra natura ci impedisce di raggiungerli. Nell’uso dei social, ad esempio, a volte dimentichiamo di essere dei credenti… e ci scagliamo contro persone, pastori e istituzioni. Ricordiamoci che siamo cristiani sempre.

Dopo aver lasciato la casa paterna da vent’anni, Giacobbe lotta con l’Angelo a Peniel: “Non ti lascerò prima che tu mi abbia benedetto” (ancora non era sicuro della benedizione ricevuta da Isacco?). “Qual è il tuo nome?” (Genesi 32:26, 27).

Ecco ritornare quella terribile domanda, dopo due decenni, ma ora la risposta è: “Giacobbe”, vale a dire il menzognero, il soppiantatore. Questa volta usa la strada della verità. La benedizione di Dio cade su Giacobbe che diventa Israele, perché finalmente ha riconosciuto la sua debolezza, si è pentito e, poi, ha potuto anche riconciliarsi con suo fratello.

In ogni ambito della nostra vita il Signore può agire per migliorarci e darci benessere. Mosso dall’amore e dalla cura nei nostri confronti, Dio ha evidenziato il modo migliore di vivere e ci ha lasciato istruzioni chiare per accudire le aree più personali e private della nostra esistenza. Seguendo il suo piano diventeremo ricettivi a tutte le delizie che Dio desidera concederci. Il Signore ci accordi di vivere una giusta gestione cristiana della vita!

 

 

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