Michele Abiusi – Il libro degli Atti degli Apostoli ci rivela che Gesù è stato 40 giorni sulla terra prima di ascendere in cielo. E abbiamo già visto come la Scrittura descrive questo periodo vissuto dai discepoli. Vorrei ancora soffermarmi sulla prima e seconda apparizione di Gesù ai discepoli che erano riuniti nella camera alta.

La prima apparizione 
“La sera di quello stesso giorno, che era il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, Gesù venne e si presentò in mezzo a loro, e disse: ‘Pace a voi!’. E, detto questo, mostrò loro le mani e il costato. I discepoli dunque, veduto il Signore, si rallegrarono. Allora Gesù disse loro di nuovo: ‘Pace a voi! Come il Padre mi ha mandato, anch'io mando voi’. Detto questo, soffiò su di loro e disse: ‘Ricevete lo Spirito Santo. A chi perdonerete i peccati, saranno perdonati; a chi li riterrete, saranno ritenuti’. Or Tommaso, detto Didimo, uno dei dodici, non era con loro quando venne Gesù. Gli altri discepoli, dunque, gli dissero: ‘Abbiamo visto il Signore!’. Ma egli disse loro: ‘Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi, e se non metto il mio dito nel segno dei chiodi, e se non metto la mia mano nel suo costato, io non crederò’” (Giovanni 20:19-25).

Abbiamo già considerato che, dopo la crocifissione di Gesù, i discepoli erano tutti un po’ sbandati, e il peggio avvenne quando fu annunciata la risurrezione di Cristo.

Pace a voi 
Quando Gesù appare ai suoi, mostra le sue ferite e subito aggiunge: “Come il Padre mi ha mandato, io mando voi”. È straordinario! Il mandato viene dato a persone che fino a pochi attimi prima erano increduli! 
Il Signore è venuto nel mondo in povertà, come un servo, ha rinunciato a se stesso, si è compiaciuto di fare la volontà del Padre, si è identificato con gli esseri umani, è venuto per praticare il bene, ha fatto ogni cosa grazie alla potenza dello Spirito Santo, è morto in croce. 
Nella camera alta dice ai suoi discepoli: “Anch’io mando voi”. Soffia su di loro e aggiunge: “Ricevete lo Spirito Santo”. 
L’effusione dello Spirito sarebbe avvenuta 50 giorni dopo, alla Pentecoste, ma con questo atto Gesù offre una “caparra” dello Spirito per far comprendere che la missione non è opera umana, ma va svolta con la guida dello Spirito Santo. 

E subito prosegue: “A chi rimetterete i peccati saranno rimessi e a chi li riterrete saranno ritenuti”. Gesù conferma che la chiesa ha il “potere” di legare e sciogliere: “Io vi dico in verità che tutte le cose che legherete sulla terra, saranno legate nel cielo; e tutte le cose che scioglierete sulla terra, saranno sciolte nel cielo” (Matteo 18:18). Con queste parole non conferisce un potere particolare ai suoi discepoli, perché solo Dio può rimettere i peccati, ma li sta costituisce come chiesa.

Tommaso 
Soffermiamoci ora su Tommaso detto Didimo, che significa gemello. Nei Vangeli di Matteo, Marco e Luca viene citato come uno dei dodici apostoli; solo Giovanni sottolinea alcuni aspetti della sua vita, rivelatori del suo carattere. Leggiamo insieme questi testi biblici.

“Tommaso gli disse: ‘Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo sapere la via?’. Gesù gli disse: ‘Io sono la via, la verità e la vita; nessuno viene al Padre se non per mezzo di me’” (Giovanni 14:5-6).

“Or Tommaso, detto Didimo, uno dei dodici, non era con loro quando venne Gesù. Gli altri discepoli, dunque, gli dissero: ‘Abbiamo visto il Signore!’. Ma egli disse loro: ‘Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi, e se non metto il mio dito nel segno dei chiodi, e se non metto la mia mano nel suo costato, io non crederò’” (Giovanni 20:24-25).

La seconda apparizione: “Otto giorni dopo, i suoi discepoli erano di nuovo in casa, e Tommaso era con loro. Gesù venne a porte chiuse, e si presentò in mezzo a loro, e disse: ‘Pace a voi!’. Poi disse a Tommaso: ‘Porgi qua il dito e guarda le mie mani; porgi la mano e mettila nel mio costato; e non essere incredulo, ma credente’” (Giovanni 20:26-27).

“Tommaso gli rispose: ‘Signor mio e Dio mio!’. Gesù gli disse: ‘Perché mi hai visto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!’” (Giovanni 20:28-29).

Tommaso riconobbe la divinità di Cristo. È importante notare che Gesù accettò di essere adorato come Dio. Se fosse stato solo un uomo, avrebbe rifiutato. Ma quella di Tommaso non era la fede che il Signore gradiva maggiormente, poiché era basata sull’evidenza. Ritroveremo Tommaso Didimo quale testimone dell’Ascensione.

Qui finiscono le notizie sicure desunte dalle fonti canoniche; poi ci sono tanti scritti apocrifi: il Vangelo di Tommaso, gli Atti di Tommaso e finanche l’Apocalisse di Tommaso… La notizia più degna di credito è che egli abbia svolto il suo apostolato in India.

Quali lezioni possiamo trarre per noi da questi racconti dei Vangeli? 
Il tempo tra Pasqua e Ascensione è il tempo in cui rispecchi e rifletti sulle tue debolezze. 
Beati quelli che non hanno visto e hanno creduto. 
La prova più certa che abbiamo oggi è la Parola di Dio che testimonia di Gesù. 
Quante volte anche noi, come Tommaso, avremmo voluto delle certezze per credere pienamente. Ma il Signore è paziente con noi così come lo è stato con Tommaso. 
Questo è il tempo in cui ricerchi la pace, lo shalom, ossia il benessere psico-fisico. 
E allora non ci resta che dire: “Grazie, Signore, perché ci accordi questo tempo fra Pasqua e Ascensione, per la riflessione, per acquisire maggiori certezze dalla tua sacra Parola. 
Guidaci perché a tua opera non sia vana in noi che desideriamo vivere secondo la tua volontà.

 

 

 

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