Donato Cangelli – Sono nato in una famiglia cattolica. Una sorella di mio padre era Clarissa (monaca di clausura), la sorella di mia madre ha insegnato catechismo fino a 80 anni. Ho conseguito vari diplomi nello studio del catechismo. Poi, il ritorno a Bisceglie ha cambiato la mia vita. Ho dovuto interrompere gli studi per lavorare. Barista, portiere d’albergo di notte (avevo 15 anni e già fumavo un pacchetto di sigarette al giorno), ancora barista, venditore ambulante di biancheria per corredo, fin quando mio padre si è deciso a farmi riprendere gli studi. Nel frattempo la mia fede era diventata molto tiepida e girava come soffiava il vento. Dio era diventato un optional, ricorrevo a lui solo quando avevo bisogno e, se non mi accontentava, litigavo di nuovo con lui.

L’incontro, nello studio della storia, con la Riforma e la Controriforma, mi aveva portato a simpatizzare per Martin Lutero, ma non avevo affatto approfondito le sue tematiche, perché mi fidavo ciecamente della religione di famiglia. Poi l’incontro con le tematiche proposte dai cantautori. Quando Fabrizio De André pubblicò l’album «La Buona Novella» dichiarò: «Avevo urgenza di salvare il cristianesimo dal cattolicesimo».

Il matrimonio con la madre dei miei figli (era una cattolica «figlia di Maria») e tutte le vicissitudini che mi hanno portato, dopo diciassette anni, a subire il divorzio, mi hanno visto altalenante fra fede e ripudio di Dio.

Il nuovo matrimonio con l’attuale moglie dura da 27 anni. Le difficoltà sono iniziate quando non ci siamo potuti avvicinare ai sacramenti perché mia moglie, pur essendo vedova, aveva sposato un divorziato. Chiaramente non eravamo un buon esempio per nostra figlia che, ricevuta la cresima, non ha più frequentato la chiesa e ha preso le distanze da Dio.

Se per Paolo vi è stata la «via di Damasco», per me è arrivata l’Università della terza età, dove ho incontrato Mimmo Floro.

Quando Mimmo ha iniziato a proporsi, nell’ambito dell’università, come insegnante di Bibbia, mia moglie mi ha invitato a seguire qualche lezione. Una ciliegia tira l’altra, così mi sono ritrovato, circa tre anni e mezzo fa, ad assistere a una cerimonia che si svolgeva nella chiesa avventista di Bari. Non ricordo esattamente quale fosse l’occasione, ma l’accoglienza dei fratelli di chiesa e il coro, magistralmente diretto da Diana, mi hanno travolto, tanto da portarmi a frequentare ogni sabato la chiesa e a studiare la Scuola del Sabato.

Mi sentivo sempre più attratto da questa nuova realtà; così, un bel sabato, mi venne di chiedere a Mimmo Floro di poter seguire gli studi biblici.

Sabato 12 ottobre di quest’anno ho raggiunto il mio primo obiettivo: ricevere il santo battesimo. Il secondo obiettivo è quello che va curato giorno per giorno, di essere un buon cristiano che vive e divulga la parola, perché tutti possano avere la possibilità di conoscere Dio.

 

 

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