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E’ stato presentato lo scorso 16 giugno a Roma, il Report statistico nazionale 2025 sulla povertà in Italia della Caritas. Il Report è un lavoro di raccolta e di analisi dei dati provenienti da 3.341 Centri di ascolto e servizi delle Caritas diocesane, dislocati in 204 diocesi delle 16 regioni ecclesiastiche italiane. Ne emerge una fotografia drammatica, se si pensa che i numeri pubblicati appartengono solo ai servizi informatizzati che rappresentano circa la metà delle strutture promosse e/o gestite dalle Caritas diocesane e parrocchiali. In un contesto segnato da crisi geopolitiche, tensioni commerciali e inflazione persistente, la povertà costituisce ancora una ferita aperta per l’Europa e per l’Italia. Secondo gli ultimi dati Istat, nel nostro Paese quasi un residente su dieci vive in condizione di povertà assoluta: si tratta di 5 milioni e 694 mila persone, appartenenti a 2 milioni e 217 mila famiglie che non riescono a soddisfare i bisogni essenziali di una vita dignitosa.
“Oltre alla disoccupazione ancora elevata. si conferma nel nostro Paese il dato paradossale per cui sempre più lavoratori vivono un’esistenza all’insegna della precarietà e della povertà, a causa di stipendi assolutamente inadeguati”, segnala ai microfoni di RVS Alessandro Martini, per vari anni responsabile della Caritas della Toscana e già assessore al Comune di Firenze. “Le iniziative di solidarietà da parte delle chiese sono un contributo importante per dare una risposta, almeno parziale, al fenomeno della povertà, poi però occorre aggredire le cause “strutturali” della povertà, e per questo occorre un impegno sociale e politico a livello nazionale oltre che locale”.
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