Francesco Zenzale – “Poi mi disse: ‘Daniele, uomo molto amato, cerca di capire le parole che ti rivolgo, e alzati nel luogo dove stai; perché ora io sono mandato a te’. Quando egli mi disse questo, io mi alzai in piedi, tutto tremante” (Da 10:11).

Una voce familiare saluta Daniele, con parole amorevoli e rasserenanti: “uomo molto amato”, letteralmente “uomo prediletto, di delizie” (in ebraico, ’îsh chamudôth). La stessa espressione con cui Gabriele lo aveva salutato tre anni prima: “Quando hai cominciato a pregare, c’è stata una risposta ed io sono venuto a comunicartela, perché tu sei molto amato. Fa’ dunque attenzione al messaggio e comprendi la visione” (Da 9:23).

Ci sarà sempre qualcosa d’incomprensibile, di misterioso riguardo a Dio: la sua natura, il suo agire e forse anche il modo in cui manifesta il suo amore. Ma quando Gabriele dice a Daniele che “è molto amato”, resta difficile pensare di poter costruire una relazione di fiducia fondata su attributi, definizioni e dottrine.

Sinceramente sapere che “Dio è amore” (1 Gv 4:8) ha un valore relativo se quell’amore non lo si riconosce con il cuore. Il senso di affidamento a Dio va oltre formulazioni verbali, prammatiche e concettuali. Per crescere in fiducia e sicurezza, acquisire coraggio e afferrare quanto si è amati, abbiamo bisogno di ascoltare con il cuore il “ti voglio bene” di Dio, come se fosse pronunciato da una persona cara. Per questo motivo, Dio non lesina di manifestare a Daniele quanto sia presente nel suo cuore. Ed è sorprendente il modo in cui Dio lo manifesta! Nelle seguenti parole possiamo cogliere tutta la tenerezza di Dio (gentilezza, passione, comprensione, sostegno, incoraggiamento): “non temere, o uomo molto amato! La pace sia con te. Coraggio! Sii forte!” (Da 10:19).

“Uomo molto amato”. Parole calde che fanno del bene all’intimo, che sciolgono ogni ostilità o paura di abbandono. Amare e sentirsi amati da Dio è il segreto di una vita spirituale che sgretola ogni formalismo.

Dio non desidera che l’uomo interagisca con lui per enunciazioni, nozioni o per arida ubbidienza, né tanto meno con fastose liturgie, ma perché si sente gradevolmente amato da lui. Dio vuole arricchire il nostro modus vivendi con il suo affetto. È innamorato dell’uomo, e Gabriele è foriero di questo profondo sentimento divino.

Che cosa può significare sentirsi amati da Dio nonostante la sofferenza, la malattia, l’abbandono, l’ingiustizia, le calunnie e la vecchiaia? Quale valore aggiuntivo può acquisire una vita di successo? Io credo che amare e sentirsi amati da Dio elargisca a ogni aspetto del nostro vivere un senso di compiutezza, caratterizzato da un’indefinibile pace interiore e dalla certezza che, alla fine, le lacrime versate nell’otre divino non sono state versate inutilmente (cfr. Sl 56:8). Le ritroveremo mutate in lacrime di eterna letizia.

Signore, io vengo a te come uno che si sente grandemente amato! Consapevole che il mio gracile amore tu lo accogli nella tua comprensione, e sapendo che sgorga da un cuore che non sa più vivere senza sentirsi amato da te (cfr. Sl 139).

 

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