Testata-Rettangolare-300x214 (sfondo bianco)Maol – In considerazione dell’allarme generatosi a seguito della promulgazione della legge detta “La buona scuola” e della pressante campagna di sensibilizzazione e di protesta promossa da diversi movimenti e associazioni di genitori e famiglie sull’eventuale introduzione nella scuola pubblica di teorie e pratiche tese a sminuire il valore della diversità dei generi “maschile” e “femminile, alcuni dipartimenti dell’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste hanno redatto la seguente dichiarazione:

Dichiarazione su “Gender e scuola pubblica”

Premessa

In considerazione dell’allarme generatosi a seguito della promulgazione della legge del 13 luglio 2015 n. 107 detta “La buona scuola”;

in considerazione soprattutto all’art. 1 comma 16 della stessa, ove si fa riferimento alla opportunità che, attraverso il piano triennale di offerta formativa (POF), si promuova “nelle scuole di ogni ordine e grado l’educazione alla parità tra i sessi, la prevenzione della violenza di genere e di tutte le discriminazioni, al fine di informare gli studenti, i docenti e i genitori sulle tematiche indicate…”;

in considerazione della pressante campagna di sensibilizzazione e di protesta promossa da diversi movimenti e associazioni di genitori e famiglie, specie (ma non soltanto) di area cattolica, sul rischio – tutt’altro che remoto – di introduzione nella scuola pubblica di teorie e pratiche tese a sminuire il valore della diversità dei generi “maschile” e “femminile”, la loro complementarità, e tesa altresì a negare, in tutto o in parte, la loro scaturigine da una effettiva base biologica-anatomica [cosiddetta “teoria gender”] ma riconducendole, pressoché interamente, a stereotipi sociali e culturali;

in considerazione dei molteplici appelli giunti attraverso svariati mezzi – posta elettronica, sms, volantini pubblicitari, lettere, ecc. – anche a moltissimi genitori delle nostre chiese sui rischi di un simile approccio alla educazione sessuale e dei generi, per i nostri bambini/e e ragazzi/e che frequentano le scuole pubbliche, tali da suggerire addirittura agli stessi genitori di non firmare alcun patto educativo con le istituzioni scolastiche;

in considerazione della conseguente richiesta di chiarimenti e di informazioni provenienti da diverse chiese, ai dipartimenti dell’Unione Italiana delle Chiese Cristiane Avventiste del Settimo Giorno: Dipartimento Educazione, Ministeri Avventisti della Famiglia, Servizio Ministeri in Favore dei Bambini, Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa, Dipartimento Comunicazioni;

A seguito di due incontri avuti il 4 settembre 2015 e il 13 ottobre 2015, e con la consulenza del prof. Tiziano Rimoldi, decano della Facoltà di Teologia dell’Istituto Avventista di Cultura Biblica “Villa Aurora”, e del prof. Hanz Gutierrez, docente di Dogmatica, i suddetti dipartimenti rilasciano la seguente

Dichiarazione

  1. L’attuale testo della suddetta legge 107/2015 art. 1 co. 16, che impegna le scuole pubbliche a implementare e promuovere ogni sforzo, anche pedagogico e didattico, teso a educare alla pari dignità dei sessi e a contrastare fenomeni di discriminazione di genere (es. maschi che prevaricano sulle femmine), o di orientamento sessuale (eterosessuali che prevaricano sugli omosessuali) o di stereotipizzazione rigida dei generi “maschile” e “femminile” in ruoli e funzioni ben definite e fisse, ci vede sostanzialmente concordi! Ogni discriminazione, infatti, genera violenza e sofferenza sugli individui portatori di una differenza e di una specificità, e la nostra chiesa non intende avallare in alcun modo forme di violenza e di marginalizzazione.
  2. Rimaniamo tuttavia vigili, come genitori e come chiese, sulle modalità pedagogiche e didattiche che le scuole pubbliche intenderanno adottare per favorire una maturazione psicologica e relazionale dei bambini e dei ragazzi sull’importante tema del rispetto della alterità e nell’azione di contrasto di ogni possibile fenomeno di discriminazione. Intendiamo con ciò sottolineare che non ogni strumento è dal nostro punto di vista idoneo a conseguire l’obiettivo.
  3. Precisamente: avremmo molte perplessità e motivo di rammarico e di eventuale protesta, qualora – come taluni comprensibilmente temono – si introducessero precocemente corsi di educazione sessuale fortemente ideologizzati, e senza aver adeguatamente informato le famiglie sul profilo assiologico di fondo che li ispira. La recente circolare promulgata a tal riguardo dal MIUR (15 settembre 2015) sembra offrire una pur minima rassicurazione, che in ogni caso non fuga ogni dubbio e non ci esime dal vigilare.
  4. Riconosciamo al contempo che la scuola pubblica è, o dovrebbe essere, per definizione laica, cioè scevra da particolari condizionamenti di ordine confessionale e religioso. La Chiesa avventista ritiene da sempre la laicità delle istituzioni pubbliche un baluardo di difesa dei diritti delle minoranze: religiose, culturali e sociali. Essa dunque si astiene dall’intervenire nella scuola pubblica per promuovere dogmi e convinzioni etiche che devono rimanere proprie di una tradizione e non imposte all’intera collettività.
  5. Ricordiamo inoltre che la scuola pubblica di ogni ordine e grado, per quanto importante e a tratti decisiva nella formazione dei nostri giovani, non è l’unica agenzia educativa esistente. Il compito della chiesa e della famiglia si affianca robustamente a quello della scuola nella formazione ed educazione, anche sulle tematiche sopra citate, dei nostri giovani.
  6. Esortiamo infine le famiglie e i genitori della nostra chiesa a collaborare senza pregiudizio con le istituzioni scolastiche, e li invitiamo altresì a consultarci e informarci qualora spiacevoli episodi dovessero verificarsi in ordine alle questioni oggetto di questa dichiarazione.

Dichiarazione congiunta redatta in data 10 ottobre 2015:
Dipartimento Educazione,
Ministeri Avventisti della Famiglia,
Servizio Ministeri in Favore dei Bambini,
Dipartimento Affari Pubblici e Libertà Religiosa,
Dipartimento Comunicazioni.

 

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