L’alfa e l’omega sono la prima e l’ultima lettera dell’alfabeto greco e spesso vengono associate per indicare l’alfabeto, cioè i due estremi che contengono tutta la realtà. Il profeta Isaia ama presentare Dio come «il primo» e «l’ultimo» (Is 44:6; 48:12). In questo caso, per usare una terminologia militare, egli è «l’avanguardia» che apre un sentiero nuovo, un varco nel territorio dell’avversario, ma anche la «retroguardia» che raccoglie i feriti e dà forza alle persone stanche e scoraggiate.
Nell’Apocalisse, l’espressione «alfa e omega» (Ap 1:8; 21:6; 22:13) è associata ad altri modi di dire: «il primo e l’ultimo» e «il principio e la fine». Cristo, alfa e omega, è anche «colui che è, che era e che viene, l’Onnipotente» (1:8). Per il credente – stretto nella morsa della vita orientata in avanti verso il progresso con tutte le sue incognite, ma che lascia nella retroguardia una scia di feriti – è bello sapere che chi apre il sentiero e lo chiude è la stessa persona: un amico molto caro, Gesù Cristo.