M24-Dizionario Fede_AutoritaUna delle problematiche attuali è la crisi dell’autorità. In passato, l’autorità rivestiva un carattere sacrale, trovava in Dio la sua giustificazione morale e ciò conferiva stabilità e inviolabilità. Oggi, l’autorità cerca la sua legittimità nella volontà del popolo o nell’efficienza tecnico-organizzativa. La crisi dell’autorità investe anche la chiesa, spesso ispirata a modelli secolari. Eppure, è proprio la Bibbia che esprime meglio la desacralizzazione e la demistificazione dell’autorità.

La discontinuità verso la gestione di un potere politico e sacrale viene espressa da Gesù in questi termini: «I re delle nazioni le signoreggiano, e quelli che le sottomettono al loro dominio sono chiamati benefattori. Ma per voi non dev’essere così; anzi, il più grande tra di voi sia come il più piccolo, e chi governa come colui che serve. Perché, chi è più grande, colui che è a tavola oppure colui che serve? Non è forse colui che è a tavola? Ma io sono in mezzo a voi come colui che serve» (Lc 22:25-27).

In una società che considerava degradante per un uomo libero l’attività servile, Gesù osa affermare: «Io sono in mezzo a voi come colui che serve». Il suo pronunciamento politico circa la moneta imperiale e l’obbligo fiscale – «Date a Cesare quello che è di Cesare» – sembra riconoscere al potere uno spazio di autonomia. Ma poi aggiunge: «Rendete a Dio quello che è di Dio» (Mt 22:15-21), precisando il limite invalicabile di quell’autorità: la coscienza. Pietro davanti al sinedrio afferma: «Bisogna ubbidire a Dio piuttosto che agli uomini» (At 5:29). In materia di coscienza occorre riconoscere l’autorità superiore.

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