Notizie Avventiste – Il XIV Simposio biblico-teologico sudamericano, tenuto a fine aprile presso la Facoltà avventista del Paraná (Fap), in Brasile, ha prodotto un documento finale in cui si riaffermano metodologia e interpretazione avventista del libro di Daniele. 
“È noto che il libro di Daniele, così come l'Apocalisse, è una sfida all'ermeneutica. Il suo contenuto profetico, organizzato in un linguaggio simbolico, alimenta profonde discussioni tra gli studiosi della Bibbia, che sfociano nelle interpretazioni più diverse. La Chiesa avventista, tuttavia, è chiara riguardo alla metodologia di studio del libro e alla sua comprensione, che, tra l’altro, rafforza parti importanti del corpo dottrinale della denominazione” afferma Vanessa Arba sul sito sudamericano di Notizie Avventiste.

Durante l’evento sul tema "Daniele: visioni e messaggi per il tempo della fine", il libro è stato oggetto di studio da parte dei 400 teologi, professori e appassionati della materia che hanno partecipato agli incontri. La dichiarazione è stata formulata e votata da una commissione composta dai rappresentanti del Biblical Research Institute (organismo della Chiesa avventista mondiale), dai decani delle Facoltà di teologia e da altri dirigenti avventisti.

“Il documento mostra che la Chiesa ha una direzione chiara e solida per avvicinarsi al libro di Daniele e comprenderlo” ha affermato Adolfo Suárez, rettore del Salt, aggiungendo che questa dichiarazione è utile per tutti coloro che studiano la Bibbia dal punto di vista della teologia avventista. 
Il 15 maggio, il testo è stato presentato al Consiglio plenario di metà anno della Regione sudamericana della denominazione. 
“Sappiamo che tutte le decisioni amministrative della Chiesa devono essere basate sulla Parola di Dio. E Daniele è un libro della Parola di Dio. Per questo riteniamo estremamente importante che il Consiglio plenario ascolti questa dichiarazione e venga a conoscenza di documenti di questo genere” ha sottolineato il rettore.

Il documento
Pubblichiamo di seguito il testo della dichiarazione. 
Noi partecipanti al XIV Simposio biblico-teologico sudamericano, dopo aver approfondito il tema "Daniele: visioni e messaggi per il tempo della fine", secondo questa Dichiarazione di Consenso, riaffermiamo che:

1. Il libro di Daniele è stato scritto dall'omonimo profeta vissuto nel VII e VI secolo a.C. Fu riconosciuto ispirato da diverse comunità di fede, dai suoi contemporanei, da Gesù e dagli scrittori del Nuovo Testamento, sia con esplicite citazioni sia con riferimenti (Daniele 1:1-7, 21; 5:1, 13; 6: 1, 2; Matteo 24:15; Apocalisse 1:9-18 da confrontare con Daniele 10:7-9; Apocalisse 13:1-8 da confrontare con Daniele 7:1-8, 25; 8:25).

2. Come afferma ripetutamente il testo di Daniele, il profeta ricevette rivelazioni divine attraverso sogni e visioni. Al pari delle altre Scritture, è Parola di Dio ispirata dallo Spirito Santo (Daniele 2:19; 7:2; 8:1, 2, 16; 9:23; 2 Timoteo 3:16; Ebrei 1:1; 2 Pietro 1:20, 21).

3. Il metodo interpretativo delle profezie di Daniele, evidenziato nel libro stesso, deve essere quello storicistico. Ciò significa che i fatti individuati esegeticamente nel libro hanno il loro compimento nel corso della storia. È necessario sottolineare che lo storicismo contempla già il passato, il presente e il futuro, escludendo così l’ermeneutica critica (Daniele 7:15-27; 8:15-26; 9:24-27; da confrontare con Matteo 24:15 ; Marco 1:15; Luca 21:20; Galati 4:4).

4. Nel complesso, il libro di Daniele presenta un chiaro concetto della filosofia divina della storia, che punta alla sovranità di Dio e alla redenzione dei fedeli (Daniele 1:19-21; 2:46-49; 3:26-30; 4:34-37; 5:29, 30; 6:19-28; 7:9-14; 9:24; 12:1).

5. Gesù Cristo è identificato in Daniele come il Figlio dell’uomo, il Principe, l’Unto, e come Michele, il Gran Principe. Per la sua azione redentrice, il libro converge verso la riconquista del dominio perduto fin dall’Eden (Daniele 7:13, 27; 9:25-27; 10:21; 12:1-3). Allude anche alle diverse fasi del ministero di Cristo come offerta per il peccato (Daniele 9:24), nostro Sommo Sacerdote nel santuario in cielo (Daniele 8:14; da confrontare con Ebrei 1:3; 2:16, 17; 4:14-16; 8:1-5; 9:11-28; 10:19-22), nostro Avvocato nel giudizio (Daniele 7:10, 13; da confrontare con 1 Giovanni 2:1) e come Re che viene (Daniele 7:13).

6. Il principio giorno-anno segna le profezie temporali di Daniele, che abbracciano lunghi periodi. Anche le profezie sul “tempo dei tempi e la metà di un tempo” (1.260 giorni), le 70 settimane, le 2.300 sere e mattine, i 1.290 e 1.335 giorni si basano su questo principio che è implicito, ripreso e ampliato nell'Apocalisse (Daniele 8:17, 19, 26; 10:14 da confrontare con Numeri 14:34; Ezechiele 4:6, 7; Matteo 24:15; Daniele 7:25; 8:14; 9:24-27; 12:11, 12; 2 Tessalonicesi 2:3, 4; Apocalisse 11:2, 3, 9, 11; 12:6, 14; 13:5).

7. La profezia delle 2.300 sere e mattine di Daniele 8:14 si adempì il 22 ottobre 1844, secondo il punto di partenza indicato dalla spiegazione dell'angelo nel libro, il 457 a.C. (Daniele 9:25; Esdra 7:11-25). La purificazione del santuario in cielo e il ripristino delle verità su di esso sono elementi centrali di questa profezia che segna l’inizio del giudizio investigativo pre-avvento (Daniele 9:25 da confrontare con Daniele 7:9-14; Apocalisse 12: 17; 14:6-12).

8. La teologia del santuario in cielo, così come presentata nel libro di Daniele, costituisce la chiave ermeneutica che “rivelò un complesso sistema di verità, unito e armonico” (Il gran conflitto, p. 332). Pertanto, la comprensione di questo insegnamento biblico ha sostenuto lo sviluppo dottrinale e ha plasmato l'identità e la missione della Chiesa Avventista del Settimo Giorno (Daniele 8 da confrontare con Esodo 25:8, 40; Levitico 16; Ebrei 8:1, 2; 9:23; Apocalisse 10; 14:6-12).

9. Il libro di Daniele rivela, in modo esplicito e implicito, gli episodi e gli esiti del grande conflitto tra Cristo e Satana, iniziato in cielo e spostatosi sulla terra, dove si sviluppa fino allo sradicamento del male e alla liberazione dei figli di Dio (Daniele 1:1, 2; 10:12, 13; 12:1, 2).

10. Il profeta Daniele e i suoi amici sono un esempio di stile di vita e di testimonianza per il popolo di Dio. I loro valori devono essere insegnati negli ambienti familiari ed educativi, al fine di formare una generazione fedele e impegnata nella missione (Daniele 1:8; 3:16-18; 6:10; 9:1-19; 12:17; da confrontare con Apocalisse 14:1-5).

11. Ellen White incoraggia lo studio continuo del libro di Daniele in connessione con quello dell'Apocalisse (Il gran conflitto, p. 269), per identificare i pericoli degli ultimi giorni (Testimonies for the Church, vol. 6, p. 133), esporre la fede (I Tesori delle Testimonianze, vol. 2, pp. 410, 411 versione spagnola) e sperimentare un risveglio spirituale (Testimonianze per i ministri, p. 92).

12. Lo studio e la diffusione della conoscenza di Daniele nel contesto del tempo della fine adempie una profezia annunciata, secondo cui la conoscenza sul suo libro sarebbe aumentata. Pertanto, rinnoviamo il nostro impegno a esaminarlo alla luce di tutta la Bibbia, specialmente in relazione con il libro dell'Apocalisse. Come Cristo ci esorta (Matteo 24:15), è necessario approfondire e ampliare la conoscenza di questo libro profetico che è cruciale per la Chiesa in mezzo alle sfide presenti e future (Daniele 12:4, 9 da confrontare con 2 Tessalonicesi 2:10).

[Fonte: Chiesa avventista sudamericana]

 

 

 

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