L’invito dei Ministeri Femminili della Chiesa avventista europea. Il comunicato dell’Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne.

Lina Ferrara – Domani è la Giornata arancione (Orange Day), proclamata il 25 di ogni mese dal Segretario Generale dell’Onu come segno che abusi e violenze contro donne, ragazze e bambine, ma anche contro tutti gli esseri umani, devono finire. Per questo, donne e uomini di tutto il mondo sono invitati a indossare qualcosa di arancione (un foulard, una sciarpa, una cravatta, ecc.) in questa giornata mensile.

“Sarebbe meraviglioso vedere tantissimo colore arancio nelle nostre strade e nei nostri luoghi di lavoro affermano i Ministeri Femminili della Regione Intereuropea della Chiesa avventista “soprattutto se pensiamo alla difficile situazione delle nostre sorelle in Afghanistan in questo momento, che vivono nella paura di perdere la vita mentre i talebani riprendono il controllo del Paese”

“Domani indossiamo qualcosa di arancione in segno di solidarietà, come segno che i diritti umani si applicano a tutte le persone e che i diritti umani sono anche diritti delle donne” invitano.

L’Oivd con le donne afghane 
L’Osservatorio interreligioso sulle violenze contro le donne (Oivd), ha diffuso un comunicato stampa sulla situazione in Afghanistan, in cui esprime “forte apprensione per il popolo e in particolare per le donne bersaglio dei fanatismi politici e religiosi, che ora sono terrorizzate dal regime di schiavitù che si prospetta”. Denuncia la strumentalizzazione dei diritti delle donne e punta il dito su quanto accade nel Paese.

“In queste ore apprendiamo il diffondersi di crimini e aggressioni ai danni delle donne, il rapimento di donne nubili, la ‘ricerca casa per casa’, e in particolare l’accanimento contro giornaliste, avvocate o attiviste che si erano impegnate nella società civile per la parità di genere”.

L’Oivd vuole “sostenere la resistenza e il coraggio delle donne afghane tutte sicuro bersaglio della guerra dei talebani, espressione di un patriarcato dai mille volti che non smettiamo di smascherare”.

Pur riconoscendo l’importanza di agire “con uno stile inclusivo e rispettoso nelle relazioni e nella politica”, è vero che ora, con l’evolversi della crisi attuale, “bisogna cercare soprattutto di aiutare chi è in pericolo… L’Osservatorio si unisce perciò alla richiesta di corridoi umanitari e di ogni altra iniziativa atta a mettere in sicurezza vite umane. Inoltre, è disponibile a collaborare, per quanto è nelle proprie possibilità, con le associazioni e le reti di donne che da anni operano con e per le donne afghane, in Italia e in Afghanistan, per la dignità e la libertà delle donne”.

Sul comunicato stampa e sulla situazione delle donne in Afghanistan, radio Rvs ha intervistato la presidente dell’Oivd, Gabriella Rustici.
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