Dove si incontrano cristiani, musulmani e atei
9 Maggio 2017
Dove si incontrano cristiani, musulmani e atei
9 Maggio 2017


Un centro avventista in Germania offre assistenza e un luogo di ritrovo alle persone in difficoltà.

ARnews/Notizie Avventiste – Il Riparo (Schutzhütte) non si trova in montagna e non è di legno. Al contrario, è un punto di incontro per le persone in difficoltà e si trova a Schwedt, città di 31.000 abitanti a nord-est di Brandeburgo, vicino al confine con la Polonia.

Come in altre città dell’ex Repubblica democratica tedesca, le comunità avventiste locali si occupano da lungo tempo delle persone con dipendenze. Negli anni ’70, a Schwedt nacque un gruppo di auto-aiuto. Nel 1995, Fritz Schuppan, con la collaborazione del Comune e il contributo della chiesa cristiana avventista, aprì il centro “Schutzhütte Schwedt”. Da allora l’aiuto agli alcolisti è aumentato e oltre all’assistenza tramite le riunioni settimanali di gruppo, si forniscono pasti quotidiani alle persone bisognose.

Attualmente, il centro ha circa 50 “dipendenti” che operano nelle varie attività di soccorso. Ricevono una remunerazione simbolica di 1 euro, come volontari federali, stagisti o perché svolgono servizi socialmente utili nel centro in seguito a un ordine giudiziario.

“Aiutano in cucina, nella mensa sociale, nella suddivisione e distribuzione dei prodotti alimentari o come autisti dei nostri cinque veicoli”, ha affermato Andreas Noack, amministratore delegato del centro, “Raccolgono, conservano, mettono in ordine e svolgono mansioni intorno alla struttura”. Inoltre, i volontari offrono assistenza e consulenza personale ai visitatori e ai rifugiati. “Li aiutano a organizzare il tempo libero e a offrono supporto sul posto di lavoro”, ha aggiunto Noack.


Buona reputazione, grande sostegno

Schutzhütte gode di una buona reputazione in città e nei dintorni. Di conseguenza ci sono tante persone desiderose di sostenere la missione del centro donando vestiti, alimenti e mobili.
“Riceviamo così tanto che ogni mese riempiamo un camioncino di donazioni e le portiamo al confine polacco”, ha spiegato Noack.

Sono in tutto 500-600 le persone che ricevono settimanalmente alimenti, prodotti e mobili. Il centro sociale accoglie regolarmente 20-30 giovani tedeschi, 20-30 rifugiati e circa 10 bambini rifugiati. Giocano a biliardino, a biliardo o a ping-pong, mentre trascorrono il tempo a chiacchierare e a imparare. I rifugiati seguono corsi di lingua tedesca in piccoli gruppi e ricevono informazioni e assistenza secondo le loro necessità ed esigenze.

I dipendenti assistono e accompagnano le famiglie dei rifugiati e degli sfollati presso gli uffici,  nelle visite mediche, nelle scuole e scuole materne. Si impegnano anche nell’aiutarli a cercare i corsi di formazione o nei colloqui di lavoro. Poiché molte richieste di asilo sono state respinte, il centro Schutzhütte ha recentemente aiutato i rifugiati nella ricerca di avvocati e nelle spese legali. “Tutti i rifugiati che si sono trasferiti a Schwedt sono stati aiutati almeno una volta, ma molti hanno ripetutamente utilizzato il nostro sostegno”, ha affermato Noack.


Valutare la diversità

Organizzare le attività quotidiane del centro può essere impegnativo in un luogo dove si parla russo, polacco, arabo, farsi e tedesco. Ma conoscere le diverse culture e storie di vita degli ospiti è allo stesso tempo un’esperienza che arricchisce.
“Nel centro si è sempre respirata un’atmosfera molto gioiosa e aperta”, ha affermato Noack, “Chi viene qui si sente libero di parlare dei suoi valori cristiani o islamici, o anche del fatto che non crede”.

Il team dei volontari è composto da cristiani, musulmani e persone convertite al cristianesimo, che lavorano insieme in pace.
“Discutiamo sulle buone e le cattive caratteristiche delle nostre tradizioni”, ha continuato Noack, “Esprimiamo liberamente ciò che pensiamo del cristianesimo o dell’islam e dei musulmani”. Si discute anche sui propri pregiudizi e si cerca di trovare un terreno comune. “E sappiamo di fatto che almeno quelli di noi che credono in Gesù o in Allah, pregano gli uni per gli altri”, ha concluso Noack.

(Foto: Schutzhütte Schwedt Facebook)

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