Grazie all’intervento della Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia, della Comunità di Sant’Egidio e della Tavola valdese, in accordo con i Ministeri degli Esteri e dell’Interno, è stato istituito il progetto dei corridoi umanitari. Di fronte a un’Europa al collasso e spesso assente sulle questioni dell’immigrazione, l’esperimento italiano è stato definito un progetto da imitare e da prolungare nel tempo quale esempio per tutto il continente. È la prima volta, infatti, che si assiste a un flusso migratorio controllato, con lo scopo di salvare dalle mani degli scafisti e da una possibile morte in mare migliaia di poveri in cerca di un futuro migliore.

Leggiamo nella Bibbia:

“Tratterete lo straniero, che abita fra voi, come chi è nato fra voi; tu lo amerai come te stesso; poiché anche voi foste stranieri nel paese d’Egitto. Io sono il Signore vostro Dio”. (Levitico 19:34)

Ecco come rispondere a questa emergenza epocale dell’immigrazione: accogliere, ricordando che anche noi siamo stranieri, di passaggio su questa terra. Che questo progetto italiano possa essere simbolo dell’apertura delle nostre menti e dei nostri cuori verso lo straniero.

Riflessione a cura del pastore Daniele Benini, direttore delle Chiese Cristiane Avventiste dell’Italia centrale, professore incaricato di Teologia Pratica della Facoltà avventista di Teologia (FAT), direttore nazionale del network radiofonico Radio Voce della Speranza.

Foto: http://www.lastampa.it

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