Non si ferma la guerra tra ebrei e palestinesi. Sono tante, troppe, le vittime tra la popolazione innocente di questo”odio fraterno”. Neanche i potenti riescono a risolvere questa situazione di estrema violenza. L’odio e il rancore sono giunti alla loro massima espressione. Nella Bibbia troviamo la storia di Abramo, padre di tre grandi popoli: ebrei, cristiani e musulmani. Leggiamo di lui come padre di Ismaele, patriarca degli Ismaeliti (poi diventeranno musulmani), e di Isacco, patriarca del popolo ebraico. Ismaele festeggia con il padre Abramo il compleanno del fratello Isacco e poi, nello stesso giorno, riceve l’ordine inaspettato di andare via dalla propria casa per andare altrove insieme alla madre Agar. Con poche cose lasciano la casa dello sceicco benestante. Tra Isacco e Ismaele si crea un punto di contatto il giorno in cui Abramo morirà. Insieme saranno presenti al suo funerale. Pensando alla situazione attuale, occorre che odio e orgoglio”muoiano” per ritrovare la pace. Dobbiamo essere procacciatori e artigiani della pace. La nostra ipocrita indifferenza deve sapersi scuotere dal suo letargo. Non c’è soluzione con le armi, ma solo con la morte dell’odio. È necessario andare verso l’altro per evitare il peggio. Riflessione a cura del pastore avventista Daniele Benini, direttore nazionale del network RVS e direttore delle Chiese Cristiane Avventiste dell’Italia centrale.

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