In questi giorni si indaga sulla morte di Loris Stival, il bambino di 8 anni trovato senza vita in un canalone in cemento che scorre accanto al Mulino Vecchio di Santa Croce Camerina, in provincia di Ragusa. Si tratta di una situazione molto complicata, che sicuramente mette in risalto le fragilita’ emotive. Colui che ha commesso questo fatto scellerato e inumano forse non aveva nessuna intenzione di  sottrarre il piccolo Loris ai suoi cari, ma a volte capitano situazioni che non sappiamo controllare. Per questo le dovremmo evitare. Ogni volta che una creatura fragile diventa oggetto di violenza, noi in parte moriamo, perche’ quella vita appartiene alla vita di ognuno di noi.

Nella Bibbia leggiamo:

“Guardatevi dal disprezzare uno di questi piccoli; perche’ vi dico che gli angeli loro, nei cieli, vedono continuamente la faccia del Padre mio che e’ nei cieli. Poiche’ il Figlio dell’uomo e’ venuto a salvare cio’ che era perduto”. (Matteo 18:10-11)

Gesu’ e’  venuto a salvare cio’ che era perduto: la persona che ha commesso questo atto e’ sicuramente perduta, così come lo siamo noi quando ci allontaniamo e non ci lasciamo prendere per mano da Gesu’ Cristo. La buona notizia e’ che Lui vuole ricondurci alla casa paterna, nonostante i nostri errori.

Inoltre questo testo mette in risalto l’attenzione che Dio ha nei confronti dei piccoli. Gesu’ non si rivolge soltanto ai bambini, ma anche a coloro che si sentono “piccoli” in quanto fragili.

Il nostro Dio e’ il Dio dei fragili, degli ultimi, dei piccoli, di coloro che su questa terra non riceveranno giustizia, ma confidano nell’unica e vera giustizia da parte del Signore.

Questa morte deve aiutarci a vedere gli altri in tutta la loro dignita’ e a rispettarli. Questo ci aiutera’ a fermarci ed evitare la catastrofe quando abbiamo superato certi limiti.

Riflessione a cura del pastore avventista Daniele Benini, direttore nazionale del network RVS e direttore delle Chiese Cristiane Avventiste dell’Italia centrale.

Foto: www.lastampa.it

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