Notizie AvventisteLa nostra Africa è il nuovo libro delle Edizioni Adv, che arricchisce la collana di tascabili “Segni dei tempi”. Gli autori, Riccardo Orsucci, pastore emerito, e la sua famiglia, raccontano la loro esperienza di missionari in diversi Paesi africani. 
Hanno “vissuto l'Africa con tutte le sue contraddizioni, scoprendo che in cambio di qualche incertezza in termini di salute e sicurezza, si possono trovare relazioni umani, umane e valori spirituali che difficilmente si incontrano nelle comode e fredde città europee” si legge in quarta di copertina del libro. 
Per saperne di più abbiamo rivolto alcune domande a Riccardo Orsucci e sua moglie Gioia.

Notizie Avventiste: Perché questo libro e questo titolo? 
Riccardo Orsucci: Da quando siamo rientrati definitivamente in Italia avevamo il desiderio di raccontare quanto vissuto nel continente africano. Le avventure, le emozioni, le sfide, i pericoli, i successi. Solo dopo la pensione ho trovato il tempo e la tranquillità per realizzare questo sogno. Come leggerete nell'introduzione c'è voluto anche l'incontro a Chiesina Uzzanese di un gruppo di scrittori e poetesse per favorire l'inizio di questo cammino a ritroso nella nostra vita. Il titolo del tascabile si spiega facilmente perché è frutto della collaborazione di tutta la famiglia. Gioia, Samuele e Paola hanno raccontato pezzi di questa Africa dal loro punto di vista offrendo al lettore spaccati e sensibilità diversi.

N. A.: Nel libro ci sono riferimenti ad eventi politici, sociali e militari importanti per la storia europea e africana. Per quale ragione hai inserito queste realtà? 
R. O.: Pur avendo vissuto solo 2 anni a Lisbona e ben 17 in Africa, la nostra missione ha coperto un periodo di tempo più lungo, dal 1973 al 2001. Questi anni sono stati determinanti per la storia dei Paesi dove abbiamo vissuto: fine della dittatura fascista in Portogallo (1974) a cui ha fatto seguito l'indipendenza di Capo Verde e Guinea-Bissau; genocidio in Ruanda (1994); atrocità in Sierra Leone e Liberia raccontate magistralmente nel film “Blood Diamond” con Leonardo Di Caprio; golpe e guerriglia in Guinea-Bissau (1998-2000). Le nostre esperienze non potevano estraniarsi dalla realtà spesso drammatica ma sicuramente autentica.

N. A.: Avete vissuto in tre Paesi molto diversi tra di loro anche dal punto di vista religioso, cosa ci puoi dire al riguardo? 
R. O.: I capoverdiani sono cristiani da quando le isole sono state scoperte e in seguito popolate da schiavi introdotti dal vicino continente. È interessante sapere che il primo navigatore che vi mise piede fu Alvise da Mosto, esploratore veneziano al servizio del principe del Portogallo, Enrico il navigatore. Il Niger è un Paese islamico circondato da nazioni con la stessa cultura. I guineensi si distinguono per la cultura animista dove gli stregoni e gli spiriti familiari hanno permeato le tradizioni del Paese. Il confronto con queste tre diverse realtà ha sviluppato in noi lo spirito di adattamento e una certa sensibilità ad ogni situazione e diversità. È fondamentale, in ogni circostanza, accogliere quanto di buono c'è in ogni persona e cultura, e allo stesso tempo modulare e orientare il nostro approccio cristiano ed evangelistico secondo l'ambiente che ci ospita e le persone che ci ascoltano. Ricordo che mentre eravamo a Niamey (capitale del Niger, ndr) i dirigenti della Chiesa avventista mondiale avevano addirittura dato l'ok alla stampa del libro La via migliore, di Ellen G. White, con le modifiche al testo originale che avevo consigliato per i Paesi musulmani! Dopo la nostra incarcerazione e fuga rocambolesca da Niamey, di cui leggerete nel libro, dovuta alla predicazione di un collega straniero, avevo preso una decisione drastica: chiunque volesse venire dall'estero per tenere conferenze o campagne di evangelizzazione, fosse stato anche il presidente della Chiesa mondiale, avrebbe dovuto inviarci previamente il testo dei suoi interventi.

N. A.: Quindi nel libro leggeremo delle vostre disavventure? 
R. O.: Leggerete di tutto. Le storie familiari si intrecciano ai giorni di prigionia a Niamey e alla fuga rocambolesca con Allain Long. La guerra in Guinea-Bissau e i tanti viaggi per terra, per mare e con aerei al limite del credibile. Leggerete di rapporti fraterni intensi e sinceri con le varie realtà religiose.

N. A.: In cosa consisteva il vostro servizio in quei territori? 
R. O.: Il nostro servizio era orientato in tre direzioni: stabilire e/o sviluppare la Missione avventista, realizzare progetti di sviluppo tramite Adra (Agenzia Avventista per lo Sviluppo e il Soccorso) e aprire scuole con il sostegno di Reach Italia onlus. Il fatto di dirigere e programmare le tre istituzioni mi ha permesso di realizzare, in accordo con i vari comitati direttivi, una perfetta sincronia tra queste per uno sviluppo rapido e integrato.

N. A.: Nel libro raccontate anche le vostre esperienze spirituali? 
R. O.: Sicuramente gli anni trascorsi in Africa sono stati fondamentali nella nostra riflessione spirituale. Abbiamo sentito la presenza di Dio e la sua protezione; abbiamo visto i suoi interventi e il suo amore per chiunque; abbiamo imparato a leggere la Bibbia partendo dagli insegnamenti di Cristo; abbiamo provato il cambiamento dentro di noi e lo abbiamo testimoniato negli altri. Anche di questo leggerete nel libro.

N. A.: A chi è destinato il tascabile “La nostra Africa”? 
R. O.: Il libro non affronta tematiche dottrinali. È un racconto di storie vere, avventurose, emozionanti, a volte incredibili. Sicuramente sarà apprezzato da giovani e da adulti, da credenti e anche da non credenti. Anzi quest'ultimi potrebbero essere spinti a porsi delle domande. Gioia ed io abbiamo regalato delle copie a parenti, a vicini, ad amici, al collega evangelico, al medico di famiglia e continueremo a offrirlo ad altri, qualunque sia la loro fede. Potrebbe diventare un mezzo di testimonianza diverso e forse più apprezzato di altri. Spero che i colleghi e i vari responsabili di comunità ne facciano la dovuta pubblicità per il bene e la crescita di tutti.

N. A.: Gioia, anche tu hai scritto alcuni capitoli del libro. Cosa vuoi dire ai lettori? 
G. O.: Sia quando ho scritto alcune pagine e sia quando ho riletto, d'un sol fiato, l'intero libro dopo la sua stampa, mi sono divertita e mi sono emozionata molto. Spero che sarà lo stesso per il lettore. Fate un buon viaggio con noi. 

 

 

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