Maurizio Caracciolo – Ci avevamo creduto con convinzione, abbiamo investito energie e risorse. Eravamo fiduciosi, ma non immaginavamo una risposta così partecipata e appassionata, di cui le chiese e i singoli membri ci hanno fortemente gratificati.

Le poche righe che riteniamo doveroso scrivere non sono dettate dal desiderio di «ostentare» numeri o successi. Sono il frutto naturale di un processo iniziato non molte settimane fa, quando abbiamo voluto coinvolgere la chiesa tutta in una festa che voleva ribadire l’importanza della parola scritta quale strumento insostituibile di testimonianza. Avevamo esplicitamente fatto richiamo al concetto di famiglia, e per questo crediamo di doverlo essere fino in fondo e informare dell’esito di questo appuntamento al quale tutti erano invitati.

Entusiasmo crescente
Le giornate di sabato 28 ottobre, dal tramonto del sole fino alle 22, e di domenica 29, dalle 9 della mattina alle 15, saranno per noi, che svolgiamo il nostro servizio per l’«Opera» all’interno delle Edizioni Adv, un momento indimenticabile. Dapprima timidi, prudenti e, perché no, anche timorosi di non essere riusciti a comunicare efficacemente questa opportunità, via via che passavano i minuti sempre più contenti, gratificati e addirittura sorpresi dal numero di telefonate e richieste che stavamo ricevendo. Così come abbiamo impressa l’immagine della partecipazione «fisica» della chiesa di Firenze, che ha gioiosamente «invaso» la nostra sede nelle prime ore della Festa, contribuendo con la presenza e con tanti ordini a rendere ancor più lieta l’atmosfera.

Abbiamo detto che i risultati sono stati certamente superiori alle aspettative; nel momento in cui scriviamo non siamo ancora in grado di comunicarli con esattezza, ma lo faremo presto per condividere dei dati incoraggianti.

Grazie a tutti
I numeri, tuttavia, raccontano solo in parte l’essenza e la rilevanza dell’evento. E soprattutto, guai se deviassero la nostra attenzione e la concentrazione dal vero artefice di ogni nostro piccolo e grande successo. Sia lode al Signore perché ci ha sostenuti e fatto capire una volta di più quanto ancora sia utile e importante il servizio delle pubblicazioni; oggi come più di duemila anni fa, le parole di Matteo 21:20-22 (la parabola del fico sterile) ci scuotono e ci ricordano di resistere alla tentazione del torpore e dello scetticismo.

Queste brevi e semplici riflessioni non possono terminare prima di avere detto un «grazie» sincero alla chiesa avventista italiana per averci sostenuti e per aver risposto: «Presente!». Da parte nostra assicuriamo che saremo ancora più motivati e incoraggiati a offrire un servizio e una testimonianza per il progresso della missione.

Noi abbiamo seminato, il Signore saprà come far germogliare i suoi semi.

(Articolo pubblicato sul numero di dicembre del Messaggero Avventista cartaceo)

 

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