Un piccolo grande passo dello Iacb

Notizie Avventiste – Sabato 28 maggio è stata una giornata speciale per l’Istituto avventista “Villa Aurora” (Iacb) di Firenze. Nel Parco monumentale si è svolta la cerimonia di chiusura dell’anno accademico. Un momento particolare è stato quello della consacrazione del past. Luca Faedda, insieme alla sua famiglia, al ministero pastorale. 
Alla cerimonia erano presenti anche i Ministeri avventisti in favore dei sordi (Mafs). Ecco quanto scrivono.

Tutto il programma è stato all’insegna del tema spirituale che ha accompagnato la Facoltà di teologia nel corso dei due semestri dell’anno accademico 2021/2022, espresso nella frase: “Ma l’amore è più grande”. 
Ma l’amore è davvero più grande solo quando include in sé anche quelle minoranze che spesso sfuggono alla nostra attenzione, alle quali forse non diamo o non abbiamo dato mai troppa considerazione. In questo senso, un piccolo grande passo è stato compiuto dall’Istituto avventista durante questo anno accademico, dando la possibilità ai propri studenti di addentrarsi nel mondo della sordità tramite un corso facoltativo di “Lis”, la Lingua dei segni italiana, iniziato a febbraio e terminato con l’esame finale nella sessione di maggio.

Nel pomeriggio di sabato, presso la cappella storica di Villa Aurora, oltre alla consegna dei diplomi del Dipartimento di lingua, cultura e arte italiana (DiLcai) e delle lauree della Facoltà di teologia, è stato dedicato un momento alla consegna del certificato Lis di livello A2 da parte dell’insegnante Michela Dolce, direttrice dei Mafs, ai quattro partecipanti del corso: André Legni, Cesare Zausa, Michele De Giovanni e Sofia Artigas.

Alla domanda “che cosa hai scoperto e ricevuto imparando la Lis?”, i corsisti hanno così risposto:

– Imparando la Lis ho scoperto che è bello usare tutto il corpo per comunicare. Ho capito che la barriera della sordità può essere superata e che i sordi hanno da sempre capito come superare l’ostacolo comunicativo. Ci sono riusciti attingendo alla potenzialità delle risorse corporee che il Signore ha donato a tutti noi: la fantasia dei segni manuali, le espressioni del viso, il movimento del corpo, lo sviluppo della vista, la labializzazione, le vibrazioni dell’anima. Ora, grazie a Michela, tramite questo corso, sento di aver acquisito una sensibilità che non avevo e anche qualche elemento in più per poter interagire con le persone sorde, accogliendole e facendole sentire un po’ più parte del mio mondo. Sento, infine, di aver ricevuto un testimone, da passare e da condividere. André Legni

– Grazie alla Lis ho riscoperto che la comunicazione è anche e soprattutto non verbale. Se penso che questa lingua, per funzionare, preveda di non emettere alcun suono dalla nostra bocca, capisco ancora di più quanto dobbiamo sforzarci di stare attenti a ciò che comunichiamo con tutto il resto del nostro corpo. Credo che la Lis abbia il potere di farci scoprire un mondo e le sue persone. Quelle che sono oltre la muraglia della “voce”, che noi udenti abbiamo costruito e nella quale abbiamo scelto di rinchiuderci. Cesare Zausa

– La Lis è un mondo. Un mondo che all’inizio può spaventare perché ti immedesima nella mancanza di almeno 1 dei 5 sensi. Quella mancanza non vorresti mai viverla. Essere solo uno spettatore dall’esterno mi ha sempre fatto credere che la sordità sia solo un limite e una sofferenza troppo grande. Grazie alla Lis ho imparato che la comunicazione ha tante e bellissime sfumature. Ho imparato che questo limite non ferma la vita e che la vita è più forte di quelli che consideriamo limiti. Ho imparato infine che Dio non è soltanto onnipotente, onnipresente e onnisciente, ma che la sua immagine si può percepire anche attraverso il “limite” della sordità e della comunicazione in Lis. Anche in un’apparente debolezza si manifesta la forza di Dio. Michele De Giovanni

– Quando una persona decide di imparare una lingua, lo fa per poter comunicare ma il pensiero rimane lo stesso. Quando ho iniziato a studiare la Lis… sapevo di trovarmi con una lingua diversa delle altre ma quello che non mi aspettavo era di dovermi sforzare a pensare in modo diverso per poter parlare con loro. Quando uno parla una lingua non ha bisogno di una grande espressività. Con la Lis invece devi proprio aprirti e lasciare che gli altri vedano dentro di te per poter comunicare veramente e far sì che l'altro ti possa capire. Non solo è importante conoscere le parole ma anche conoscere il tuo corpo, conoscere la tua capacità di espressività, conoscere i tuoi limiti e compensarli, senza vergogna e anche con un po’ di sfacciataggine. Una volta raggiunto l'obiettivo sei capace di recepire di più la bellezza dell'altro e sembra che non ci sia spazio per l'ipocrisia, perché devi mostrarti così come sei. Quindi per me la Lis è aprire una porta a un mondo che mi piace davvero e mi sento fiera di aver abbattuto qualche muro. Posso dire che prima pensavo che il massimo fosse che, all’interno di un gruppo di persone, ognuno potesse parlare nella propria lingua (inglese, francese, spagnolo, portoghese…) e che gli altri le potessero capire senza problemi. Ora il mio sogno ha aggiunto un'altra lingua: la Lis. Sofia Artigas 

 

 

 

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