Firenze. Decesso
3 Dicembre 2024
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Il 13 settembre, Armando Fabbri si è addormentato nel Signore. I funerali si sono svolti nella chiesa avventista di Firenze, in via del Pergolino 1, officiati dal past. Nino Plano e dall’anziano Bruno Rimoldi. Pubblichiamo un ricordo arrivato dalla comunità.

Una testimonianza coi baffi
Bruno Rimoldi – Nella variegata storia della casa editrice Adv, Armando Fabbri si inserisce in modo certamente originale, come d’altronde originale è stata tutta la sua esperienza di vita e di chiesa.
Avido di sapere e perfezionista al cento per cento, aveva instaurato un rapporto tutto speciale con la sua Intertype, la celebre macchina che componeva su piombo i caratteri da portare in stampa: lavorava in modo rapidissimo, senza praticamente commettere errori, e si prendeva lunghe pause per leggere e imparare quello che scriveva. Era lui stesso a dichiararlo! Sarà anche grazie a queste lezioni tutte speciali che riuscirà a prendere una maturità a ben 37 anni, dopo scuole serali, con la brillante votazione di 55/60.

Ma il suo studio aveva ben altre finalità che la cultura: il suo interesse precipuo fin da allora era la Parola di Dio. Fu così che, dovendo svolgere un lavoro diverso, anni più tardi (impiegato all’Enel), rese produttive le sue pause parlando di Gesù a colleghi e amici di colleghi: Massimo, Piero, Claudio (per citarne solo alcuni) conobbero il messaggio avventista grazie a lui e alcuni sono diventati dirigenti di chiesa.

A un impatto superficiale, Armando sembrava un primo della classe, con il suo sfoggio di cultura e il suo modo di citare passi biblici a ogni piè sospinto. Era di fatto un appassionato della Bibbia e del suo messaggio; da essa traeva spunto per testimoniare, predicare e confortare. Personalmente mi commuove ancora ricordare come, dopo la morte improvvisa di mio padre, 43 anni fa, Armando iniziò a telefonare regolarmente a mia madre (e non solo a lei) per sostenerla spiritualmente (cosa che ha fatto fino all’ultimo).


In parallelo alla sua attività professionale, Armando divenne un membro operativo dell’Associazione Volontari Ospedalieri di Firenze (Avo), portando assistenza, speranza e cibo (celebri i suoi spaghetti e i suoi gnocchi con sughi vari!) a giovani sfortunati, costretti da incidenti o malattie a passare il resto della loro vita su un letto di ospedale perché soprattutto tetraplegici.

La sua passione per la Parola di Dio e per gli altri si tradusse in anni di registrazioni e confezionamenti di CD che preparava a proprie spese, con l’unico sostegno di offerte benevole. Armando leggeva sempre, insomma, come quando era linotipista. E registrò la Bibbia, i libri di Ellen White e tanti classici della letteratura per grandi e piccini…

Era uno sportivo vero, non di quelli che stanno solo davanti alla TV. E anche lì primeggiava: a calcio, a bocce, in bicicletta e soprattutto a tennis. Era un arbitro ufficiale, inflessibile ma umano. I miei rudimenti di tennis me li ha insegnati lui, ma in modo indelebile con immagini, citazioni, esempi pratici. Armando era così!

Amava la musica, ma quella di chiesa, soprattutto “dei vecchi inni del vecchio innario”. E i cori di uomini cui in varia misura collaborò anche da giovane. Un tradizionalista doc insomma!

In chiesa non stava zitto… In quasi tutte le discussioni in cui si potesse prendere la parola, lui partecipava attivamente. I suoi baffoni da collezione tremavano sempre di fermento spirituale! Perché citava la Bibbia. Nella chiesa avventista di Firenze centro (nella storica sede di via Guelfa 12, ndr.) lui aveva un precedente, il fratello nella fede Alvo Nesi, ex colportore, che ogni volta che parlava lo faceva con versetti biblici. Nell’epoca dell’“Io penso”, lui interveniva con “Sta scritto”.

Armando ci ha lasciato a 88 anni, e la sua assenza la sentiamo come comunità. La sentono ancor più le figlie, Maria Luisa e Cristina, le nipoti Giulia ed Elena con le loro famiglie e ancor più la moglie, Bice, che lui ha sempre accudito con amore; negli ultimi tempi la chiamava affettuosamente “la mia bambina”. Era preoccupato di lasciarla sola, quando la malattia lo stava gradualmente rallentando. Ma Bice ha conservato quel posto a sedere che in chiesa occupava accanto al marito. E ora con noi aspetta il compimento della promessa di Dio, di rivederlo alla resurrezione. Sarà la conferma della sua vita di testimonianza e di fede!

[Foto pervenuta dalla comunità in oggetto]

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