Bia francese/Maol – Ha fatto scalpore e non si è spento con la fine dell’anno scolastico l’episodio avvenuto a Malicornay (Indre). Nel piccolo centro agricolo, un insegnante della scuola pubblica è stato sospeso e sanzionato dal sistema nazionale dell’istruzione, perché aveva inserito lo studio di alcuni brani della Bibbia nelle sue classi CM1 e CM2 (le nostre quinta elementare e prima media). La sospensione del maestro ha creato incomprensione e confusione nei genitori che lottano per farlo ritornare.

All’inizio di febbraio, il maestro, molto apprezzato da genitori e alunni, ha dovuto improvvisamente lasciare le sue classi a causa di un’accusa di violazione della laicità. Una lettera anonima era arrivata all’ispettore dell’Istruzione nazionale di La Châtre, per denunciare un caso di proselitismo. Nella lettera si chiedeva «il vostro aiuto per far capire al professore di aver smarrito i principi della scuola laica e repubblicana». L’autore o gli autori esponevano nei dettagli il contenuto dei corsi tenuti dal maestro «lunedì 16 gennaio e venerdì 27 gennaio», mediante la compilazione di un elenco dei più famosi episodi della vita di Gesù (una ventina) accompagnati ogni tanto da commenti indignati.

Ad esempio: «lapidazione della donna adultera (con la spiegazione della lapidazione come morte molto dolorosa!!!)». Si notava inoltre che l’insegnante aveva portato i bambini in visita nella chiesa del villaggio e a cantare nel coro della stessa «per la buona acustica». Immediatamente sono intervenute le autorità dell’istruzione e in poco tempo il maestro è stato sospeso, per tutelarlo da «genitori arrabbiati», la motivazione, fino alla fine dell’inchiesta. In realtà l’insegnate ha precisato di non essersi mai sentito minacciato.

In Francia ci si muove in fretta per quanto riguarda la laicità, i valori della Repubblica o la sicurezza dei bambini. “Ma che cosa ha fatto?», il commento di una mamma sbalordita, «Non ha mica sepolto un bambino nel cortile!».

Dopo quattro mesi di sospensione, l’insegnante è stato trasferito d’ufficio dall’altra parte del Paese per «errore professionale». La causa? Lo «studio del cristianesimo tramite alcuni testi» previsto su 10 lezioni e che presentava una parte del libro dell’Esodo e dei Vangeli.

Il maestro, da parte sua, rifiuta l’accusa di proselitismo. «Il mio cliente è agnostico, sposato civilmente e i suoi figli non sono battezzati», spiega il suo avvocato.

Impotenza, ingiustizia, sconcerto… La mobilitazione di una ventina di famiglie (su circa 27 alunni), oltre ai genitori degli ex studenti e a diversi funzionari locali, ha preso i colori di una vera e propria lotta contro l’abuso di un’amministrazione opaca e tuttavia potente.

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