Eliseo è un profeta di Dio, l’erede di Elia che davanti ai suoi occhi era salito in cielo in un turbine su un carro di fuoco con cavalli di fuoco, dice la Bibbia. E nel primo periodo della sua investitura come profeta accade un episodio narrato in 2Re 2:23. “Poi di là Eliseo salì a Betel; e, mentre camminava per la via, uscirono dalla città dei ragazzi, i quali lo beffeggiavano, dicendo: «Sali, calvo! Sali, calvo!». Egli si voltò, li vide, e li maledisse nel nome del Signore. Allora due orse uscirono dal bosco e sbranarono quarantadue di quei ragazzi”.

È un fatto duro, cruento, in merito al rapporto fra generazioni. È andata realmente come sembra a prima vista? In quale altro modo si può interpretare?

Mario Calvagno intervista Gianni Caccamo, pastore delle chiese avventiste di Bologna, Forlì e Modena.

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