Vincenzo Annunziata – Quel giorno, la donna samaritana non ha voglia di comunicare con nessuno, o forse ha un desiderio immenso di incontrare qualcuno ma non osa ammetterlo a se stessa. Va a prendere l’acqua al pozzo nell’ora più calda della giornata, intorno alle dodici, mentre le altre massaie vi si recano al mattino presto. Decisamente non vuole parlare… ma trova un giudeo stanco e assetato che elemosina dell’acqua.

Ha uno sguardo intenso, pulito… così si fida di lui ed esprime il suo stupore: per lei è molto strano che un giudeo rivolga la parola a una donna, figuriamoci a una samaritana! L’uomo però, con un tono sereno, riesce ad accendere in lei il desiderio di ricevere qualcosa di più. «Tu non sai che tipo di acqua potrei offrirti!». La conversazione diventa riflessiva e lei, così restia ad aprirsi, si mette in gioco, pone domande, sollecita chiarimenti. Lentamente cadono barriere di religione, genere, cultura, razza. È incuriosita di quell’«acqua viva» di cui parla, con occhi illuminati, il viandante stanco. Una luce di speranza si accende nel cuore affaticato.

Ma ecco che la conversazione sfiora una corda un po’ troppo intima e dolorosa: il marito. «Non ho marito» dice. «Lo so, non ne hai avuto solo uno!». L’argomento rischia di scivolare verso un coinvolgimento troppo personale e allora, distoglie l’attenzione tirando in ballo un argomento teologico. “Voi giudei dite che occorre adorare nel tempio di Gerusalemme, per noi va bene anche quello di Garizim; chi ha ragione?”. Gesù non si lascia distogliere, mantiene fermo il suo proposito, parla della vera adorazione che deve essere fatta «in spirito e in verità». Quella donna assetata d’amore, delusa dai suoi amanti più interessati a lei come donna che come persona, trova un individuo speciale che la ricolma di grazia, di perdono, di riconciliazione. Lascia il secchio al pozzo e corre al paese per raccontare a tutti l’incontro straordinario che ha capovolto la sua vita.

Riflettendo su questo episodio ho pensato alla grande possibilità di testimoniare la grazia di Gesù attraverso uno strumento indiretto come quello che la chiesa avventista ha messo a punto aprendo il sito www.avventisti.it. Prego il Signore che persone stanche e forse sfiduciate  possano approfittare di altri mezzi, come quello di Internet, e avvicinarsi, magari in modo un po’ più riservato, al Maestro della comunicazione, che sa suscitare un dialogo profondo e accendere in noi il desiderio di ricevere l’acqua viva, che ristora la sete profonda dell’uomo, purifica e rinfresca il cuore indurito nelle sacche di aridità. Con lui la vita non sarà mai più la stessa.

 

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