NA - Notizie AvventisteFrancesco Zenzale – Luca 14:1-4. Nel mezzo del ricevimento, nella sala da pranzo, improvvisamente si presentò un uomo idropico. Considerato il comportamento disdicevole dei presenti, Gesù colse l’occasione, rivolgendo loro una specifica domanda: “È lecito o no far guarigioni in giorno di sabato?” (v. 3).

Una domanda inerente all’atteggiamento prevenuto dei convenuti, i quali, apparentemente sereni, attuarono la strategia del silenzio, prefigurante sia il distacco dalla realtà contingente e da Gesù, sia la decisione di ucciderlo. Ma Gesù, non lasciandosi soggiogare dai loro penetranti e scaltri sguardi, prese per mano l’infelice, “lo guarì e lo congedò”. “Poi disse loro: ‘Chi di voi, se gli cade nel pozzo un figlio o un bue, non lo tira subito fuori in giorno di sabato?’” (Lc 14:5). Ed essi, denudati della loro ipocrisia e non potendo “rispondere nulla in contrario”, tacquero! (v. 6).

Gesù, in questa guarigione, evidenzia uno degli aspetti più rivelanti delle relazioni umane: il rispetto della dignità della persona. Il sabato non è solo il memoriale della creazione in senso generale, ma, nello specifico, dell’uomo creato a immagine di Dio, di cui Gesù è “l’immagine ideale” (Gn 1:27; Col 1:15). In questo giorno sacro, in un modo del tutto particolare, siamo invitati a ricordarci della dignità della persona. E anche se l’uomo è stato deturpato e sfigurato dal peccato, grazie a Gesù “si va rinnovando in conoscenza a immagine di colui che l’ha creato” (Col 3.10). Questo implica anche imparare a applicarsi “nell’abitudine di parlare bene degli altri. Soffermarsi sulle buone qualità di coloro che sono vicini e cercare di minimizzare, per quanto possibile, i loro errori e i loro difetti” (E. G. White, Sulle orme del Gran Medico”, ed. ADV, p. 212).

I Farisei, impeciati dalle loro tradizioni, avevano capovolto la logica divina. Davano più importanza a una bestia, che indubbiamente comportava una perdita finanziaria qualora fosse rimasta nel pozzo, che all’uomo Questi avevano dimenticato che il carattere unico della razza umana risiede nel fatto che essa è stata creata a immagine di Dio (Gn 1:27). Infatti, la creazione di Adamo ed Eva non si è realizzata nello stesso modo in cui è avvenuta quella del resto del creato. Il Signore ha parlato e il mondo naturale è venuto all’esistenza. La parola precede l’esistenza. Nel caso di Adamo ed Eva, invece, non viene formulata alcuna parola: la voce di Dio viene trasmessa loro direttamente solo dopo che essi furono creati (Gn 1: 20-30; 2:16). Essi sono stati scelti da Dio come destinatari della sua parola. In altri termini, gli esseri umani sono creature con le quali il Signore può entrare in relazione per rivolgersi ad altre persone di pari dignità.

Il sabato dunque commemora il capolavoro della creazione: l’uomo, nel suo diritto di esistere, di pensare, di parlare, di interagire e di essere soccorso senza che sia lesa la sua onorabilità di creatura e di figlio di Dio. Il valore umanitario del sabato è intimamente legato alla dignità della persona (Rm 12: 9-16).

Per domande o assistenza pastorale: assistenza@avventisti.it

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