HopeMedia Italia – L’Ospedale avventista Waldfriede di Berlino, in collaborazione con la Fondazione “Desert Flower” di Vienna, ha aperto il Centro Desert Flower l'11 settembre 2013, per aiutare e curare le donne che hanno subito mutilazioni genitali femminili (Mgf). La Fondazione aveva visto la luce nel 2002 grazie alla ex top model somala Waris Dirie, lei stessa vittima di Mgf all'età di cinque anni e diventata attivista internazionale per sensibilizzare e aumentare la consapevolezza su questo rituale crudele. Il suo libro Desert Flower, pubblicato nel 1997, è diventato un film nel 2009.

Il Waldfriede è il primo e unico ospedale europeo a occuparsi in modo olistico dei problemi delle donne vittime di Mgf. "Dalla sua apertura, nel 2013, più di 600 donne hanno cercato il nostro aiuto medico" afferma la dott.ssa Cornelia Strunz, primario e coordinatrice sanitaria del Centro, nell'intervista di Dagmar Dorn e Corrado Cozzi, rispettivamente direttrice dei Ministeri Femminili e direttore delle Comunicazioni presso la Regione Intereuropea della Chiesa avventista, in occasione della Giornata internazionale contro le Mgf (6 febbraio). Di seguito pubblichiamo l'intervista integrale.

D. Dorn/C. Cozzi: Quali sono le azioni più importanti da attuare per raggiungere l'obiettivo (tolleranza zero) di questa giornata? A parte l'aiuto professionale che offrite, cosa possiamo fare come individui per porre fine alle Mgf? 
Cornelia Strunz: La misura più importante nella lotta contro le Mgf è l'istruzione e la scolarizzazione diffusa dei bambini a livello locale, nei loro Paesi d'origine. Inoltre, il pubblico dovrebbe essere sensibilizzato al problema; le informazioni sulle Mgf dovrebbero essere raggruppate e ulteriormente sviluppate su base interdisciplinare, e le competenze professionali dovrebbero essere rafforzate. Così, nel 2020, abbiamo fondato l'“Ufficio di coordinamento Mgf_C di Berlino". Si tratta della collaborazione di tre organizzazioni: il centro di pianificazione familiare – Balance, Terre des Femmes e il Centro “Desert Flower” dell'Ospedale Waldfriede. Lo scopo di questo ufficio è collegare i servizi esistenti a Berlino e ampliarli secondo le necessità, formare professionisti capaci di affrontare la questione e rafforzare le attività di sensibilizzazione nelle comunità.

Per un sostegno olistico, l'ufficio di coordinamento offre supporto psicologico e servizi psicosociali di gruppo per le vittime, oltre a consulenza e cure mediche. Quindi si concentra sulla sensibilizzazione dei professionisti e li qualifica su come trattare le donne colpite. Una linea diretta offre anche il primo punto di contatto e di consulenza a persone e professionisti interessati, e consente una mediazione semplice e a bassa soglia. Riceviamo molte richieste di assistenza presso il Desert Flower Center, così dal 2018 offriamo un seminario intensivo sulle Mgf per colleghi, ostetriche e infermieri, due volte l'anno.

D. D./C. C.: Può spiegare brevemente cos’è il Centro Desert Flower? 
C. S.: Il progetto "Centro Desert Flower" Waldfriede (Dfc) è nato per necessità clinica, poiché molte donne in Germania soffrono delle conseguenze sanitarie e psicologiche delle Mgf. Il progetto è stato realizzato in collaborazione con la Fondazione Desert Flower e il patrocinio di Waris Dirie e del suo manager, Walter Lutschinger, nel dicembre 2011, poiché era diventato chiaro che il lavoro puramente preventivo non rispondeva alle esigenze delle persone colpite. Il nostro obiettivo è offrire cure mediche olistiche alle donne che soffrono delle conseguenze delle mutilazioni genitali. Ciò include non solo gli interventi chirurgici e le operazioni ricostruttive, ma anche l'aiuto psicologico e fisioterapico. Abbiamo anche organizzato un gruppo di auto-aiuto che si riunisce una volta al mese presso l'Ospedale Waldfriede.

D. D./C. C.: Cosa la motiva a lavorare in questo ambito così delicato? 
C. S.: In qualità di coordinatrice medico e di primario del “Centro Desert Flower” Waldfriede, sono la prima persona con cui le donne si mettono in contatto per telefono o e-mail. Il solo fatto che questi colloqui preliminari, spesso molto emotivi, e la visita medica si svolgano in un ambiente di fiducia, da donna a donna, rende più facile per le pazienti aprirsi con me. Nella sessione di consulenza, i problemi presentati vengono affrontati individualmente. Non si tratta sempre di un intervento chirurgico. Alcune vogliono parlare con la nostra psicoterapeuta o unirsi al nostro gruppo di auto-aiuto. Altre hanno bisogno di un certificato medico per la procedura di richiedente asilo in corso. È importante dedicare tempo a un'anamnesi e a un esame dettagliato, e rispondere ai bisogni delle pazienti, alleviando così le loro paure e affrontando le loro preoccupazioni.

Come specialista nel nostro dipartimento, ho iniziato a lavorare al "Desert Flower Center" Waldfriede con grande gratitudine. Penso che questo lavoro specialistico sia veramente nobile. I tanti riscontri positivi ricevuti ci incoraggiano nel nostro importantissimo impegno.

D. D./C. C.: Lavora nel Centro Desert Flower sin dalla sua fondazione nel 2013. Quali sono gli sviluppi più importanti? 
C. S.: Dall'apertura, a settembre 2013, più di 600 donne hanno cercato il nostro aiuto medico. La chirurgia è stata necessaria per la metà di loro. Nel frattempo, è stata trovata anche una soluzione stabile per la liquidazione finanziaria di casi problematici. Un'operazione costa dai 2.000 ai 4.000 euro. Per le persone con assicurazione sanitaria obbligatoria, i costi sono coperti. Poiché vogliamo curare anche le donne non assicurate, abbiamo fondato la Förderverein Waldfriede e.V. un’associazione che raccoglie fondi per contribuire o pagare per intero i costi in questi casi.

Da gennaio 2015 abbiamo un gruppo di sostegno una volta al mese. Alle riunioni partecipano sia le donne che sono già state curate da noi, sia quelle che sono ancora in cerca di aiuto. In un ambiente protetto, possono condividere esperienze e imparare che non sono sole con le loro paure e preoccupazioni. A volte le donne colpite parlano del loro destino o le donne che hanno già subito un nuovo intervento raccontano le loro esperienze.

Uno dei problemi principali all'inizio era la percezione e la comunicazione interculturale. Siamo molto felici di avere ora due impiegate che sono consulenti e interpreti, oltre alle consulenti volontarie, che consentono a noi e alle donne di superare gli ostacoli non verbali. Abbiamo due terapiste, Evelyn Brenda (nata in Kenya) e Farhia Mohamed (nata in Somalia) che possono svolgere le loro psicoterapie in tedesco e nelle rispettive lingue materne.

Tutte le donne ci dicono quanto sia prezioso per loro il gruppo di auto-aiuto perché qui possono parlare delle loro preoccupazioni ed esperienze spesso per la prima volta nella loro vita, in un ambiente protetto, tra persone che la pensano allo stesso modo. Negli incontri notiamo sempre che quello svolto con le donne è molto più di un semplice "lavoro".

Quando le donne si incontrano, vi è sempre un'atmosfera molto affettuosa. Ci chiamiamo tutte per nome e soprattutto le donne che sono già state curate sono piene di fiducia in se stesse. In questi momenti, ci rendiamo conto quanto questo compito ci gratifichi e quali sono i risultati. In questo Centro viene letteralmente restituita la vita alle donne.

Nell'aprile 2016 abbiamo ricevuto la medaglia Louise Schroeder. È il più alto riconoscimento dello stato di Berlino. Dal 1998, la medaglia è assegnata a una personalità o istituzione che rende un tributo eccezionale all'eredità politica e personale di Louise Schroeder che ha reso eccezionali servizi alla democrazia, alla pace, alla giustizia sociale e all'uguaglianza di genere.

Nell'ottobre 2020, abbiamo pubblicato il primo manuale in lingua tedesca sulle Mgf (a cura dei dottori Uwe von Fritschen, Cornelia Strunz e Roland Scherer), con lo scopo di condividere le nostre esperienze su questo tema complesso e di fornire assistenza a tutte le professioni nel far fronte ai molteplici problemi delle donne circoncise. Poiché il numero di donne con mutilazioni genitali femminili (Mgf) è in aumento anche in Germania a causa della migrazione e della globalizzazione, molti gruppi professionali devono affrontare questo problema senza aver ricevuto finora alcuna formazione.

Il 19 ottobre 2020 è stato pubblicato il primo numero del nuovo Desert Flower Magazine, progettato dalla Fondazione omonima e Waris Dirie. Nella rivista forniamo una panoramica dettagliata del lavoro, dei progetti e dei successi di Waris Dirie e della sua Fondazione nella lotta mondiale contro il disumano rituale delle mutilazioni genitali femminili.

La rivista Desert Flower Magazine è disponibile in tedesco, inglese e francese. 
Link all’edizione tedesca: https://www.yumpu.com/de/document/read/64608181/desert-flower-magazin 
Link all’edizione inglese: https://www.yumpu.com/en/document/view/65173882/desert-flower-magazine
Link all’edizione francese: https://www.yumpu.com/fr/document/view/65176146/fleur-du-desert-magazine 

Oltre alle attività a Berlino, vogliamo anche agire contro le mutilazioni genitali femminili nei Paesi d'origine con misure di prevenzione e attività educativa. Pertanto, l'ospedale Waldfriede sostiene due scuole femminili a Kajiado, in Kenya.1

L’Ospedale Waldfriede collabora anche con il Gynocare Women's & Fistula Hospital di Eldoret, in Kenya. Qui, tra le altre cose, le donne vengono operate per incontinenza urinaria e fecale causata della circoncisione genitale. Specialista in questa tecnica chirurgica è la dott.ssa Hillary Mabeya.

Nota 
1 Segnaliamo la Newsletter 'Bring Hope', Kenya, edita da Evelyn Brenda, presidentessa di Bring Hope Kenya e.V; e la Storia di Eunice, in inglese. 

[Fonte: EudNews)

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