Nel suo comunicato, la FDEI esprime gratitudine per il lavoro delle donne nel paese e invita a mantenere anche oggi la responsabilità civica.
Notizie Avventiste – Domani, 2 giugno, l’Italia si ferma per celebrare i 70 anni della Repubblica. Sarà la festa di tutti e tutte, perché si ricorderà che nel 1946 per la prima volta anche le donne furono chiamate a votare (si recarono alle urne in massa) e da allora hanno potuto far parte della vita politica e istituzionale del paese.
Ai festeggiamenti si unisce anche la Federazione delle donne evengeliche in Italia (FDEI) con un comunicato che pubblichiamo.
“Erano felici le donne che settant’anni fa votavano per la prima volta, il 10 marzo 1946, nelle amministrative e il 2 giugno per il referendum tra Repubblica e Monarchia. Finalmente, dopo anni di battaglia e in ritardo rispetto ad altre cittadine europee e statunitensi, potevano eleggere ed essere elette. Una vera rivoluzione per il nostro paese. Per la prima volta si riconosceva ufficialmente alle donne la dignità di cittadine e le si chiamava ad assumere parte della responsabilità civile fino a quel momento conferita solo ai maschi. Quanta emozione vedere donne come Nilde Jotti eletta alla presidenza della Camera; o assistere all’impegno di Lina Merlin, il cui nome è legato all’abolizione delle case chiuse; o più tardi assistere alla nomina di Tina Anselmi, prima donna a essere eletta Ministra.
La FDEI saluta il lavoro di queste donne, e di altre che nel tempo si sono unite a loro, che hanno contribuito al varo di importanti riforme di parità: grazie anche al loro impegno, tante leggi hanno visto la luce in questi anni per il riconoscimento dei diritti e per raggiungere una maggiore equità sociale. E tanto c’è ancora da fare.
Oggi le donne sono chiamate a votare per le amministrative e per un nuovo referendum sulle riforme costituzionali. Forse il loro viso sarà meno raggiante di coloro che, in file interminabili, aspettavano il turno per esprimere il primo voto, ma la loro responsabilità non è inferiore. Altri temi dilaniano la nostra società e riguardano il modo di gestire il patrimonio umano che vive o arriva nel nostro territorio. La sensibilità femminile saprà fare la differenza? Sapremo imprimere un po’ di umanità in un mondo sempre più disumano? Sapremo trasmettere alle giovani generazioni di donne che la libertà, l’autodeterminazione, i diritti non sono cose acquisite per sempre, che le conquiste si possono anche perdere se non si veglia per rafforzarle? La FDEI se lo augura. Intanto, siamo grate alla nostra Repubblica per questi settant’anni segnati anche da tanti progressi”.